Casa di Riposo Iras Rovigo, allarme per un buco di 5 milioni di euro

Disavanzo innescato dai lavori di messa a norma delle cucine e dalla gestione del personale. Tra le vie d'uscita la liquidazione o un'operazione immobiliare

Iras

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Rovigo, 18 settembre 2019 - Nei conti dell’Iras c’è un buco da oltre 5 milioni di euro che sta diventando un rompicapo per il Comune anche se si tratta di ente separato. La casa di riposo è infatti è un istituto pubblico di assistenza e beneficenza il cui bilancio dovrebbe essere completamente scollegato da quello di Palazzo Nodari. Invece nei fatti così non è in virtù di una convenzione tra Iras e Comune firmata nel 2004 in cui l’immobile di Casa Serena in via Bramante è stato concesso per 99 anni alla casa di riposo con l’impegno da parte del Comune di accollarsi i dipendenti e gli investimenti fatti sull’immobile qualora venisse dismesso.

Condizioni che metterebbero in ginocchio l’amministrazione del capoluogo polesano. Si parla di circa 5 milioni di euro nei quali sono compresi diversi lavori di adeguamento e l’acquisto delle cucine inaugurate il 7 dicembre del 2008 alla presenza dell’allora presidente Iras Pierantonio Moretto e dei rappresentanti di Provincia, Regione e Comune dell’epoca. Oggi, a 15 anni di distanza da quella convenzione firmata quando il sindaco di Rovigo era Paolo Avezzù (Forza Italia), l’Iras deve rientrare di circa 5,5 milioni di euro con le banche e con la Regione in tempi brevi (si parla di orizzonti che andrebbero dai 2 ai 5 anni).

Tra le banche più sollecite nel ricordare l’entità del proprio credito c’è Banca Intesa della quale il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo, è stato ai vertici nazionali ricoprendo a lungo il ruolo di componente del consiglio di amministrazione. Il buco si è creato per i lavori di messa a norma anti incendio, per le cucine e per altri interventi ma anche per questioni legate ai compensi del personale. Una via d’uscita, la più dolorosa, è la liquidazione dell’Iras con le conseguenze sociali che provocherebbe visto che andrebbero trasferiti gli anziani e i disabili ospitati tra San Bortolo e la Commenda. L’alternativa sembra essere una maxi operazione immobiliare che coinvolgerebbe Comune, Regione e l’Ater (istituto case popolari).

Ed è proprio quest’ultimo ente che acquisterebbe ad una cifra tutta da chiarire una parte inutilizzata dell’immobile di Casa Serena (in via Bramente) per accedere ad un bando pubblico dedicato al cohousing e allestire gli spazi per le esigenze degli Over 65, degli studenti e per adibirne una parte ad allocazione permanente in modo da incassare qualche affitto corposo. Una strategia che deve obbligatoriamente passare attraverso Rodolfo Fasiol, ingegnere che è sia direttore dell’Ater provinciale sia commissario straordinario dell’Iras. Il sindaco Gaffeo non ha ancora parlato pubblicamente di questo scottante tema ma fa sapere che ha intenzione di far convocare un consiglio comunale ad hoc.