Rovigo, 18 settembre 2019 - Una battaglia all’ultimo sangue tra eserciti di insetti dai nomi orientali che dovrebbe consumarsi nelle campagne di tutto il Nord Italia. Questo sperano gli agricoltori per sconfiggere la cimice asiatica marmorata che, secondo gli esperti del settore, potrebbe essere debellata facendo moltiplicare e poi diffondendo la vespa samurai, suo antagonista naturale.
Ne hanno discusso ieri a Mestre, insieme all’assessore regionale Giuseppe Pan, i direttori e i presidenti veneti delle associazioni di categoria, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative e Copagri e i funzionari dell’osservatorio malattie delle piante. Il rodigino Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura, ha descritto la situazione che si sta vivendo nei campi del Polesine come «molto grave».
Chiarelli, che cosa sta succedendo? «Tutta la frutticoltura è sotto attacco per la cimice. Anche l’orticoltura e il seminativo, ma la frutticoltura preoccupa di più. Danni per 100 milioni di euro in Veneto». Ci sono soluzioni? «Non è semplice: si stanno studiando degli antagonisti, alcuni autoctoni e altri, come la vespa samurai, no. C’è stato un decreto che dice che la vespa samurai era già presente quindi non è da considerare alloctona. Ma prima di poter arrivare all’utilizzo massale ci devono essere delle autorizzazioni dal ministero della Sanità e da quello dell’Ambiente». Funzionerebbe? «Non si può utilizzarle in un frutteto e non in un altro, le cimici si spostano. È una cosa che deve essere affrontata in maniera globale e coordinata a livello di Nord Italia». E se poi il Veneto si riempie di vespe samurai? «I responsabili del ministero prima di autorizzare dovranno fare delle verifiche e prevedere eventuali conseguenze negative per l’uomo. E poi per farla riprodurre serve del tempo, laboratori specializzati».