Emergenza idrica, acqua potabile a rischio nel Basso Polesine

La società Acquevenete ha illustrato il piano di emergenza per contenere gli effetti del fenomeno, tra cui un dissalatore che tratterà le acque prelevate dalla centrale di Ponte Molo

La presentazione del piano di emergenza

La presentazione del piano di emergenza

Rovigo, 23 giugno 2022 - Il prolungarsi del periodo di siccità del fiume Po sta mettendo a rischio la potabilità idrica di alcuni comuni del territorio del Basso Polesine. A confermarlo la società Acquevenete, che ha illustrato il piano di emergenza per contenere e far fronte, agli effetti di questo fenomeno. La società gestisce l'impianto di potabilizzazione della centrale Ponte Molo, situata nel comune di Taglio di Po, che tratta acqua superficiale prelevata dal fiume mediante una filiera di tipo tradizionale. La centrale, che serve un bacino di circa 30 mila abitanti, quindi, è idonea al trattamento di acque da fiume, ma non adatta a gestire acque salate, non essendo dotata delle specifiche e complesse sessioni di trattamento necessario alla rimozione della salinità.

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“Al momento le criticità riguardano un’area limitata, che interessa i comuni di Porto Tolle, Ariano nel Polesine e Taglio di Po - ha confermato il direttore di Acquevenete Monica Manto -, servite appunto da Ponte Molo. Il cuneo salino ha raggiunto il punto prelievo della centrale creando un potenziale rischio di potabilità dell’acqua”. Per limitare i danni, quindi, la società che gestisce il servizio idrico ha avviato il piano di emergenza che prevede tre misure, finalizzate a ridurre l'area alimentata dal potabilizzatore, sfruttando l'interconnessione con le altre fonti aziendali, e a implementare un trattamento specifico di dissalazione presso l'impianto per il trattamento della portata residua non servibile da altre fonti.

Le contromisure

Tra le prime misure l'aumento dell'area di influenza dal Savec, il Sistema Acquedottistico del Veneto Centrale, che preleva acqua di falda pedemontana, massimizzando la fornitura d'acqua dalla centrale di Camazzole, a Carmignano del Brenta (PD). La società inoltre aumenterà l'area di influenza della centrale di Corbola, dalla linea Corbola, Ariano, Rivà e Ponte Molo, tramite manovre idrauliche sulla rete e l'installazione di un impianto di rilancio temporaneo nel serbatoio di Ariano nel Polesine. Infine il noleggio di un impianto mobile di dissalazione da porre in servizio presso la centrale di Ponte Molo, che sarà capace di ridurre il contenuto salino dell'acqua erogata dal potabilizzatore.

“L’impianto, proveniente dalla Spagna, consentirà di trattare l’acqua che si attinge dal Po con presenza di sale - ha aggiunto il presidente Piergiorgio Cortellazzo -, dato che le nostre centrali non sono organizzare per farlo”. Il suo arrivo è previsto per domani 24 giugno e l'impianto dovrebbe essere messo in azione immediatamente. “Siamo in una condizione di prolungata siccità, con il livello del fiume Po ben al di sotto delle medie storiche - ha aggiunto Cortellazzo -. Il fenomeno di risalita del cuneo salino aveva interessato la centrale nel 2003 ed allora era stata emanata un’ordinanza che vietava l’utilizzo di acqua ai fini potabili.

Abbiamo voluto muoverci per tempo, con monitoraggi costanti seguendo un preciso piano di emergenza per non arrivare impreparati. L’utilizzo del dissalatore è un metodo innovativo e come tale andrà testato. La priorità di Acquevenete sarà quella di dare massima accelerazione alle interconnessioni di rete, per dismettere l'approvvigionamento del Po, che espone la popolazione a criticità idriche del livello di questi giorni”.