Mozambico ciclone Idai, ore d’ansia per don Giuseppe Mazzocco

Comunicazioni ancora interrotte per gli effetti devastanti della terribile catastrofe

Una scena di devastazione in Mozambico; nel riquadro don Giuseppe

Una scena di devastazione in Mozambico; nel riquadro don Giuseppe

Rovigo, 20 marzo 2019 - Don Giuseppe Mazzocco, 54 anni, missionario a Beira, nel Mozambico devastato da un tifone, sta bene. Ma si teme ancora per lui. Dopo le prime frammentarie notizie arrivate via audio WhatsApp da parte di don Maurizio Bolzon, missionario vicentino partito con lui per l’Africa, non sono arrivate altre comunicazioni.

Un silenzio che fa aumentare l’apprensione. E’ quanto afferma don Davide Turcato, direttore del periodico diocesano ‘La Settimana’ che si tiene costantemente informato sulle sorti del sacerdote polesano.

«Le comunicazioni – aggiunge don Davide – vanno a singhiozzo, c’è solo una compagnia che ha attivato una linea che va e viene come segnale. Finora sappiamo che non ha problemi di salute, almeno stando così le cose, ma direttamente non siano ancora riusciti a parlare con lui».

Gli effetti ambientali del tifone, adesso solo la vera preoccupazione. «Da quello che sappiamo – riferisce ancora don Davide – le abitazioni della zona sono quasi tutte distrutte, una situazione disastrosa anche per la mancanza di energia elettrica e l’acqua attinta solo dai pozzi. Parliamo di un tifone con pioggia e vento arrivati anche a 160 chilometri all’ora, che ha avuto un impatto distruttivo sulle strutture della zona, già molto fatiscenti, crollate al suolo come cartone. E poi – conclude – da 24 ore non abbiamo comunicazioni. Don Giuseppe non è ferito, ma sicuramente qualche ferito ci sarà stato».

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In apprensione per don Giuseppe sono anche le comunità polesane dove il sacerdote ha svolto la sua opera religiosa: la parrocchia di Carbonara Adria, San Martino di Venezze dove ha avuto l’incarico di vice parroco e Beverare che lo ricorda come parroco. Per Beira don Giuseppe era partito nel febbraio del 2017. Commovente era stato il suo saluto ai parrocchiani di Carbonara di Adria.

«Carissimi amici – aveva detto – più di una volta, in questi ultimi anni, ho scritto questo articolo di sintesi e arrivederci, ma l’interferenza dei vari imprevisti bloccava il cammino per l’Africa, quindi il tutto ripartiva nella normalità. Ora questo sembra proprio l’ultimo arrivederci. A febbraio sicuramente partirò con gli amici di Vicenza per il Mozambico».

Parole che denotavano il suo slancio umanitario e la grande disponibilità verso il prossimo in difficoltà. Con lui erano partiti per avventura missionaria don Davide Vivian e don Maurizio Bolzon, entrambi vicentini.

In Mozambico i tre presbiteri operano in collaborazione con le suore Orsoline di Breganze (Vicenza), presenti con otto religiose , l’istituto della Pia Società San Gaetano con don Piergiorgio Pasqualetto e don Michele Sartore. Presente anche un Saveriano, padre Cesare Reghellin.

L’ Africa è una scelta precisa. Emblematica la sua testimonianza sulla missione di Beira riportata dal periodico ‘La Settimana’ a seguito della visita nel giugno dello scorso anno dei due vescovi di Adria-Rovigo e Vicenza, Pierantonio Pavanello e Beniamino Pizziol. «Sicuramente – aveva detto – dopo un anno e mezzo di presenza a Beira si è fatto molta strada, tuttavia si è ancora all’inizio del cammino pastorale, le comunità ministeriali sono ancora molto fragili e la pastorale in genere è ancora ad uno stato germinale».