No ai pannelli, le donne a quota 20mila

E’ il numero delle firme raccolte contro gli impianti fotovoltaici nei campi. Ai banchetti e mercati un comitato al color rosa

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Fotovoltaico a terra. La petizione delle mamme verso le 20mila firme. Aderiscono sindaci ed esponenti politici. Sindaci, onorevoli e consiglieri regionali aderiscono alla petizione di Coldiretti Veneto promossa dal comitato civico ‘MammeZeroConsumoSuolo’ nelle piazze e nei mercati di Campagna Amica. Tra le firme quella dell’onorevole Roger De Menech e di Nicola Finco vice presidente del consiglio Veneto. Il comitato ‘MammeZeroConsumoSuolo’, guidato da Elisabetta Russo, mamma e insegnante delle scuole medie Casalini, è nato sull’onda della protesta che si è innescata contro il progetto di realizzare un impianto fotovoltaico di notevoli dimensioni nei campi di Loreo. La nostra provincia tra l’altro ha toccato da numerosi progetti per la realizzazione di questi impianti, sono coinvolti il comune di Occhiobello ed anche quello di Rovigo. "La raccolta delle firme è continuata in questi giorni puntando a 20mila firme – spiega Coldiretti Veneto – grazie all’impegno dei produttori presenti sul territorio. Una presa di posizione sostenuta anche da molti primi cittadini che ritengono che l’energia pulita è sì la sfida del futuro, ma i pannelli solari stanno bene sopra i tetti. I terreni è bene che vengano coltivati e valorizzati. Molte le iniziative dei giovani e delle donne di Coldiretti rivolte alla società per sensibilizzare le famiglie su quanto sta accadendo in Veneto, ovvero la programmazione di impianti fotovoltaici installati su suolo agricolo. "Una deriva – spiega Daniele Salvagno presidente regionale – che se innescata potrebbe interessare centinaia di ettari di campagna e quindi di verde che viene sottratto a tutti". La mobilitazione di Coldiretti è stata appoggiata in vari modi dai primi cittadini alla guida delle amministrazioni di Vicenza, Rovigo di Treviso e da altri esponenti politici, istituzionali. "Tanti gli esempi virtuosi che testimoniano il rispetto per l’ integrità naturale dell’ambiente – spiega Daniele Salvagno –. Per risolvere il problema basta l’approvazione di un Pdl già depositato in consiglio del Veneto che chiaramente indica le aree idonee come soluzione alternativa ai campi agricoli: cave dismesse, zone marginali, edifici industriali abbandonati ad esempio e assegna agli agricoltori la possibilità di realizzare micro impianti per il fabbisogno aziendale. Il protagonismo degli agricoltori nella transizione ecologica va riconosciuto: nella nostra regione abbiamo realizzato già nel 2018 la prima comunità agroenergetica di cui fanno parte le imprese agricole che producono energia da fonti rinnovabili che viene ceduta ad altre aziende e alle famiglie, realizzando una filiera energetica a Km zero".

Sandro Partesani