Una bara e il tricolore, il soldato torna a casa

Dopo 74 anni trovati i resti di un nostro caduto morto in prigionia: la commozione del fratello durante la cerimonia a Castelgugliemo

L’applauso dei sindaci e degli assessori

L’applauso dei sindaci e degli assessori

Castelguglielmo (Rovigo), 11 marzo 2018 - Da ieri il soldato Marino Chieregato è tornato vicino ai suoi cari, nella tomba di famiglia nel cimitero di Castelguglielmo. Ed il fratello Carlo, finalmente, può dirsi contento per aver fatto il possibile per farlo riposare vicino ai suoi genitori. Ci sono voluti 74 anni. Carlo, che ricorda la partenza del fratello maggiore Marino, che lo ha visto per l’ultima volta alla mietitura del 1943, non ha mai smesso di cercare il luogo dove era stato sepolto dopo la sua morte nell’agosto 1944. Sono i ragazzi della scuola media a ripercorrere, dopo approfondite ricerche, la breve vita del soldato Marino. «Marino è finalmente tornato a casa» è il motivo che ha accompagnato tutta la lunga cerimonia che ieri mattina ha sigillato questo simbolico abbraccio di tutto il paese per un proprio figlio partito giovanissimo per la guerra e tornato in una bara. I ragazzi della scuola media hanno rivisto le immagini della riesumazione di Marino nel cimitero militare italiano di Varsavia, alla presenza di familiari, poi l’arrivo all’aeroporto di Tessera, accolto con gli onori militari dal picchetto d’onore in armi del Comando Forze Operative Nord di Padova accompagnati dal tenente Moretti e dal tenente Ferro. I ragazzi hanno, poi, letto alcune pagine in cui si racconta la vita del soldato Marino Chieregato dalla sua partenza da Saguedo (Lendinara), il 9 gennaio 1941, non ancora ventenne, dopo aver salutato papà Vittorio e mamma Letizia e la sua famiglia.

Il fratello Carlo racconta era stato destinato a costruire linee telegrafiche, lontano dal fronte. «Torna a casa nel giugno del 1943 per la licenza della mietitura e, poi, riparte per la guerra e dopo l’armistizio dell’8 settembre è tra i deportati in Polonia», racconta. Marino si ammala e muore e non si sa dove viene sepolto. La ricerca delle spoglie non si interrompe. Solo nel 2015, quasi per caso, viene individuata la sua sepoltura. I ragazzi hanno accompagnato con al musica la lettura della storia di questo soldato. A ricordare i valori della pace anche il sindaco Giorgio Grassia, il presidente dell’associazione Combattenti e Reduci, Lino Pietro Callegarin, il colonnello Antonio Attanasio che ha consegnato al fratello la documentazione negli archivi militari. Moltissime le rappresentanze d’arma, della Croce Rossa, il vice prefetto Carmine Fruncillo. Sventolavano i gonfaloni di Lendinara, Pincara, Canda, Bagnolo di Po e Fratta.