Rovigo, stadio chiuso. La rabbia dei tifosi "Aprite il tempio del calcio"

Contestazione dei tifosi davanti allo stadio, nel mirino il Comune. Manca la convenzione per far accedere le squadre nell’impianto

La protesta dei tifosi del Rovigo Calcio

La protesta dei tifosi del Rovigo Calcio

Rovigo, 12 luglio 2020 - Una cinquantina di persone, rispettando il distanziamento sociale, e tutti con le mascherine, si sono ritrovate davanti allo stadio Gabrielli per una protesta silenziosa. C’erano genitori e giovani atleti del settore giovanile del Rovigo, ma anche alcuni Ultras che hanno intonato cori pro Rovigo Calcio, c’era il direttore generale del Rovigo Giorgio Giuliano, il dirigente Monica Nale e alcuni allenatori. "Non è nel nostro stile – dice Monica Nale, commercialista – fare proteste clamorose. L’altro ieri con un tam tam di telefonate abbiamo deciso di trovarci qui davanti allo stadio che fino alla scorsa settimana era aperto e che dal primo di luglio avrebbe dovuto ospitare alcuni allenamenti per i giovani, che invece si sono ritrovati improvvisamente con un impianto chiuso. Ecco, queste famiglie erano qui anche per sapere il perché di questa chiusura e spero che chi di dovere, dia risposte certe anche a loro". Il settore giovanile vanta numeri importanti, oltre 140 tesserati, che ora si ritrova in standby.

Davanti allo stadio anche alcuni ultras "fedelissimi" che quest’anno hanno seguito in casa e in trasferta le partite del Rovigo, protagonista nel campionato di Prima categoria in queste due stagioni con due ottimi piazzamenti e il prestigioso riconoscimento della coppa disciplina, conquistata lo scorso anno. "Eravamo molto contenti una quindicina di giorni fa – dicono gli ultras – per come la società stava lavorando per allestire una squadra che potesse vincere il campionato, grazie agli investimenti di imprenditori rodigini e ferraresi, e invece, ora ci ritroviamo nel caos".

Sottolinea il vicepresidente dello storico club ‘Vecchia Guardia’ Fabrizio Fredini: "Ci risulta che gli attuali dirigenti del Rovigo Calcio stiano investendo molto sia per la prima squadra che per il settore giovanile. Spero vivamente che il Comune tenga ben presente chi si adopera per portare in alto il nome del calcio a Rovigo, con idee e una certa ambizione. Una cosa, di sicuro è certa, non si può dividere in due lo stadio per far giocare due società, diventerebbe una cosa ingestibile. Se il principale investitore, Roberto Benasciutti, visto questa logorante querelle, decidesse di mollare tutto cosa succederebbe?" A questa domanda una parziale risposta l’ha data il Duomo calcio (che lo scorso anno aveva imbastito un accordo proprio con i Grandi Fiumi), che ieri ha inviato una nota, con la quale chiede a nome anche dei Grandi Fiumi, del Grignano e del San Bortolo, un incontro al sindaco perché "Al Gabrielli è sì necessaria una società di riferimento, ma che sia gestita da gente con un curriculum che dimostri competenza e trasparenza, che sappia dialogare con tutte le realtà del territorio per gestire il meglio che la città è in grado di offrire calcisticamente. Il Comune convochi le società, le ascolti per un progetto per ripartire finalmente con il piede giusto. Per il bene della città e anche dello sport e dei suoi valori". © RIPRODUZIONE RISERVATA