Tra pandemia e Brexit. Anno nero nei campi

Torna il mercato degli agricoltori in piazza. Un produttore: "Negli ultimi mesi abbiamo subito un calo del 30 per cento"

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Il bel tempo porta una boccata d’ossigeno alle bancarelle di Coldiretti, che ieri mattina hanno animato piazza Vittorio Emanuele II. Tra la pandemia e le basse temperature sono stati tempi difficili per gli agricoltori. Gli anziani escono meno e la gente sembra prestare maggiore attenzione alla spesa. Le aziende agricole sperano nella ripresa, magari partendo dalla valorizzazione dei prodotti locali. "Lavoriamo molto per il mercato estero – racconta Secondo Moretti, dell’omonima azienda di Corbola –. Le difficoltà nate con la Brexit ci hanno spinto a guardare con maggiore attenzione anche all’Italia. Ci occupiamo della lavorazione della zucca, realizzando prodotti che poi vengono venduti in pastifici, come il ferrarese Boldi, e gelaterie. Negli ultimi mesi abbiamo subito un calo del 30 per cento di fatturato. A oggi solo 20 punti vendita su 75 sono aperti. Se ci fosse maggiore richiesta, potremmo produrre fino a cinque quintali di zucca al giorno". "La produzione del miele è appena iniziata – spiega Adriano Boccato, dell’omonima azienda di Crespino –, confidiamo nel bel tempo. Quando possibile abbiamo sempre fatto i mercati. Proponiamo miele di tutti i tipi: colza, tarassaco, di acacia, millefiori; viviamo grazie a quello che ci offre la natura. Lavorando all’aperto non si possono fare programmi, speriamo che il tempo sia magnanimo, anche perché il costo delle materie prime è raddoppiato". "L’ultimo periodo è stato fiacco – ammette Valentino Marangon di Porto Viro – perché gira meno gente, bisogna accontentarsi. Confido in una ripresa con il bel tempo, che spinge le persone a uscire di casa. Vendiamo riso e derivati come biscotti, farina e risotto". "Quando è possibile andiamo in giro per mercati – raccontano Diego e Simone Boccato di Ceregnano –. I nostri prodotti a base di canapa, come olio e farina, vengono molto apprezzati. Li abbiamo anche grazie a un finanziamento della Regione, nato per vedere come crescono le sementi nei diversi territori. Siamo una delle cinque aziende agricole partecipanti in tutto il Veneto. Abbiamo anche salumi, senza conservanti, e uova delle nostre galline. Confidiamo in una ripresa". Per Graziano Scarparo, dell’azienda Ca’ Vittorina di Adria, è stata la prima giornata a Rovigo del 2021. "Abbiamo continuato a vendere con lo spaccio aziendale – spiega –. Abbiamo piante aromatiche, miele, confetture e numerosi prodotti a base di lavanda come saponi e acqua. Speriamo che il mercato riparta, anche se è presto per dirlo. Per la festa della mamma abbiamo proposto un libro di ricette con le erbe caratteristiche del Polesine". "Finalmente una bella giornata – esclama Cinzia Visentin dell’azienda Oselin di Villanova del Ghebbo –. Ringraziamo i nostri clienti, che hanno sempre rispettato le norme anti contagio permettendoci di lavorare in sicurezza. Le persone anziane vengono meno rispetto agli altri anni, preferendo mandare figli e nipoti a fare la spese. La stagione è stata molto fredda e abbiamo perso prodotti come pesche e albicocche". "Le persone prestano molta attenzione a come spendono i soldi – osserva Renzo Malin, della fattoria Ai Pavoni di Ariano nel Polesine –. Servirebbero progetti per valorizzare il territorio puntando sui prodotti tipici".

Giacomo Capovilla