Ucciso a colpi di machete nel campo rom La fidanzata del figlio non parla e resta in carcere

La 26enne accusata di omicidio premeditato in concorso con il fidanzato è rimasta in silenzio

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E’ rimasta in silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari Annalisa Guarnieri, accusata dell’omicidio di Edis Cavazza, insieme al figlio diciassettenne di quest’ultimo. Dopo l’ udienza di convalida di ieri, quindi, rimangono in carcere entrambi con l’accusa di omicidio volontario premeditato. La coppia è ritenuta responsabili della morte di Edis Cavazza, 45 enne rom di stanza a Sant’Apollinare ucciso giovedì scorso alle 19,30 fuori dalla sua roulotte da un colpo di machete.

Secondo quanto ricostruito fino a ora dagli inquirenti, il figlio 17enne della vittima sarebbe l’autore materiale del delitto ma la compagna, Annalisa Guarnieri che invece ha 26 anni, ha giocato un ruolo fondamentale nella premeditazione. In particolare sarebbe stata lei a procurare l’arma al fidanzato e brandendo un altro machete simile, avrebbe impedito ai familiari della vittima di intervenire in soccorso del ferito. L’aggressione ha avuto luogo a pochi metri dal piccolo campo dove la famiglia Cavazza si è insediata circa 25 anni fa. Anche la ventiseienne, nata ad Adria e formalmente residente a Trieste, si era trasferita lì da tempo per stare assieme al giovane fidanzato: entrambi dormivano insieme dentro una piccola roulotte.

Il giudice per le indagini preliminari ieri ha convalidato il fermo di entrambi gli indagati e contestualmente disposto la misura cautelare in carcere per entrambi. Il minorenne resta dunque a Treviso, nel carcere minorile, mentre la ragazza a Verona, nel carcere femminile di Montorio. Si era già avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di venerdì scorso il 17 enne accusato dell’omicidio del padre, che è assistito dell’avvocato Alberto Zannier di Dolo (Venezia). E ieri si è avvalsa della facoltà di non rispondere anche la ragazza, assistita dall’avvocato Sandra Passadore che domenica, dopo aver parlato con i genitori della giovane, ha dichiarato: "I rapporti tra i genitori del ragazzo e loro due erano estremamente difficili e impensabili per una ragazza abituata ad un ambiente completamente diverso. Sicuramente quel pesante contesto ha influito psicologicamente sua una giovane molto fragile il cui grado di maturità è senz’altro molto inferiore all’età anagrafica".

t.m.