CHIARA CARAVELLI
Bologna Top Ten

Carabinieri in prima linea: "Più controlli nelle zone sensibili. L’ordinanza del prefetto funziona"

Riccio, comandante del Reparto operativo: "Focus su piazza XX Settembre, Montagnola e Bolognina. Massimo impegno nella lotta alla violenza sulle donne, ma oltre alla repressione serve l’educazione".

Il tenente colonnello Ivan Riccio, comandante del Reparto operativo dei carabinieri

Il tenente colonnello Ivan Riccio, comandante del Reparto operativo dei carabinieri

Comandante Ivan Riccio, nell’ultima classifica del Sole24Ore Bologna si piazza in fondo per quanto riguarda l’indice di criminalità, al 95° posto. Che cosa si deve fare di più sul fronte sicurezza?

"Bologna risente delle stesse dinamiche delle altre città metropolitane che si collocano anch’esse nella stessa fascia di graduatoria – dice il tenente colonnello Riccio, a capo del Reparto operativo dei carabinieri –, in considerazione dell’elevato numero di abitanti, tra cui includo non solo i residenti, ma anche i pendolari e gli studenti fuori sede. La sicurezza non è una questione che va vista e affrontata solamente attraverso l’opera delle forze di polizia, in termini di repressione e prevenzione, ma deve necessariamente coinvolgere anche tutti gli enti preposti, soprattutto quelli deputati alla formazione ed educazione".

Come lo scorso anno, un dato che preoccupa è quello relativo alle violenze sessuali. Anche nel 2024 Bologna è al secondo posto.

"Vi è sicuramente un tema culturale da affrontare, inteso come approccio alla donna. Infatti il dato delle violenze sessuali ricomprende anche le molestie e non esclusivamente lo stupro. Non c’è un’emergenza cittadina, ma resta ferma la necessità di intervenire su questo triste fenomeno attraverso campagne di sensibilizzazione rivolte tanto ai maschi, infondendo la cultura del rispetto della donna, quanto a queste ultime, invitandole sempre a denunciare ogni forma di violenza (anche psicologica) commessa nei loro riguardi, cosa che facciamo principalmente nelle scuole. L’attenzione della Procura e dell’Arma è alta. A Bologna, si registra comunque un aumento delle denunce su questa tematica perché la comunità è più sensibile e più formata sul tema dei maltrattamenti rispetto ad altre aree del paese".

La nostra città si posiziona nei primi dieci posti anche per i furti e le rapine, rispettivamente settima e sesta posizione. In questo senso, cosa sta facendo l’Arma in termini di repressione e prevenzione?

"Come tutte le città metropolitane si tratta di un fenomeno molto avvertito. Parliamo principalmente di rapine in strada che avvengono soprattutto in orario serale e notturno. Calibriamo le forze anche attraverso il ricorso a servizi rinforzati con le squadre di intervento operativo del Reggimento Emilia-Romagna nelle ore e nelle zone più sensibili della città (piazza XX Settembre, Montagnola, Bolognina), dove applichiamo anche l’ordinanza prefettizia, che sta dando i suoi frutti. Proprio negli ultimi giorni, peraltro, il nucleo Radiomobile del provinciale ha eseguito diversi arresti in flagranza proprio per rapina".

Dai dati c’è un miglioramento per lo spaccio, Bologna è scesa di 11 posizioni. Le misure messe in atto stanno dando i loro frutti, cos’altro bisogna fare?

"Il Comando provinciale sta cercando di contrastare in maniera vigorosa questo fenomeno, attraverso servizi mirati nelle piazze con numerosi arresti. Agiamo soprattutto con servizi in borghese, per cui molto spesso la presenza dei carabinieri non viene percepita dai cittadini. Abbiamo condotto importanti attività investigative nel corso dell’anno, cercando di colpire i canali di rifornimento con ingenti sequestri di sostanza stupefacente di ogni tipo. La domanda tuttavia resta alta, per cui lo sforzo deve essere costante".

Quali sono gli obiettivi dell’Arma per questo 2025?

"Uno degli obiettivi per quest’anno è agire sulla percezione della sicurezza attraverso una maggiore proiezione esterna, incrementando il numero di pattuglie automontate e anche appiedate. Dobbiamo inoltre puntare sulla prevenzione dei reati, attraverso campagne informative anche nelle scuole, rivolte a studenti di ogni età su temi come bullismo, porto abusivo di coltelli, violenza di genere, sostanze stupefacenti e circolazione stradale, oppure nelle chiese e nei centri di aggregazione per evitare le truffe ai danni soprattutto di anziani".

Chiara Caravelli