MARIATERESA MASTROMARINO
Economia

Gastronomia Vecchia Bologna. Lasagne, filetto e galantina. Quando il cibo diventa cultura

L’esperienza del titolare Alberto Dosi alla base del successo della storica salumeria "Per ottenere dei risultati servono rinunce, ma non tutti sono disponibili a farle".

Gastronomia Vecchia Bologna. Lasagne, filetto e galantina. Quando il cibo diventa cultura

Gastronomia Vecchia Bologna. Lasagne, filetto e galantina. Quando il cibo diventa cultura

Prodotti gastronomici tradizionali di qualità, che trattengono nelle materie prime e nelle mani di chi li crea i sapori di una volta, conservando quel gusto che ormai è irripetibile. A rendere possibile questa magia è la salumeriagastronomia Vecchia Bologna, nelle mani del titolare Alberto Dosi. Una realtà che in via Ghirardacci, in zona Murri, è diventata un punto di riferimento per la comunità e per il territorio.

Dosi, quante candeline ha spento la Vecchia Bologna?

"Siamo operativi da cinquant’anni, con un’attività che ha dato alla città un grande servizio, una vera abnegazione per il lavoro".

Quando ha iniziato?

"Tantissimi anni fa. Fin da piccolo, ho imparato questo mestiere, e man mano che crescevo, andavo nelle città più grandi per cercare di capire, imparare e migliorare i trucchi del mestiere, per dare sempre qualcosa di più ai clienti. È un discorso di volontà: se ci si rimbocca le maniche, i risultati arrivano. Andavo in bottega già da ragazzino, infatti ho degli scatti di me sedicenne dietro il bancone. Ma non mi sono occupato solo di questo".

Che altra attività ha seguito?

"Per qualche anno ho lavorato in un ristorante a Marano, a Villanova di Castenaso. Ho fatto il ristoratore, e anche in questa veste ho avuto delle soddisfazioni, arrivate dall’entusiasmo dei clienti". Gastronomia è cultura?

"Assolutamente. È la mia cultura, quella che ho voluto trasmettere ai miei clienti. Il nostro è un servizio di ottima qualità, formato ora da circa una ventina di prodotti di gastronomia di eccellenza, che rappresentano la nostra tradizione culinaria".

Cosa offrite ai clienti?

"Prepariamo qualsiasi cosa, dai primi piatti ai gustosi secondi fino ai classici contorni. Nella lista, i clienti possono trovare la galantina, unica al mondo, le nostre lasagne e il filetto, che è richiesto da tutta Bologna. Proponiamo anche piatti di insalata russa, il vitello tonné. Per non parlare dei dolci, preparati da mia moglie: sono imbattibili, e rappresentano la cultura tipica bolognese. È inutile andare a ricercarli altrove, non se ne trovano di così buoni. Abbiamo anche un laboratorio dove produciamo le nostre prelibatezze".

Cosa è cambiato in questi anni? "Il contesto attorno all’attività è cambiato radicalmente: i negozi attorno a noi erano basati sullo scatolame, mentre ora si basa tutto sulla gastronomia. Anche se ormai tutto viene prodotto in maniera rapida: la mediocrità ha preso il sopravvento. Qui bisogna aver avuto voglia di aggiornarsi e di imparare a stare sempre avanti alle esigenze".

Lei è riuscito a farlo...

"Ho voluto migliorare sempre il mio lavoro, per avere maggiore soddisfazione sia economiche sia emotive. Mi sono sempre impegnato, mostrando grande impegno per il lavoro. E i clienti questo l’hanno sempre apprezzato, ripagando la fatica".

Non si è stancato di lavorare? "Siamo aperti costantemente, offrendo un servizio di continuità. Ho intenzione di interrompere l’attività, ma non trovo nessuno che si presenti per rilevarla. Nessuno la prende in considerazione, ed è un peccato chiudere definitivamente. Sto pensando di abbassare la saracinesca del punto vendita, ma di mantenere operativo il laboratorio, per continuare a lavorare: da tanto lavoro a non fare nulla, e un po’ complicato. Il punto di creazione dei nostri prodotti, però, vorrei mantenerlo aperto per garantire ancora la qualità gastronomica che ci contraddistingue. Con il punto vendita riuscirò ad andare avanti ancora per poco. Ho voglia di continuare, ma anche l’età si fa sentire".

Come mai nessuno si presenta? "Non c’è più la cultura del lavoro di una volta. Per ottenere dei risultati, bisogna fare delle rinunce e non tutti sono disposti a farlo".