GAIA GENNARETTI
Economia

La rinascita del Parco: "Turismo sostenibile, la nostra missione per i monti Sibillini"

Il presidente Spaterna: dai sentieri alla ricostruzione dei rifugi, stiamo investendo in infrastrutture verdi per potenziare l’offerta "Dal rilancio del territorio importanti implicazioni occupazionali" .

La rinascita del Parco: "Turismo sostenibile, la nostra missione per i monti Sibillini"

La rinascita del Parco: "Turismo sostenibile, la nostra missione per i monti Sibillini"

VISSO (Macerata)

Magici paesaggi, offerte turistiche per ogni stagione, tradizioni enogastronomiche uniche. Tutto ciò è il Parco nazionale dei monti Sibillini, territorio duramente colpito dal sisma del 2016, che però non si è mai arreso e che, in particolare dopo il Covid, è tornato tappa (e meta) importante nei circuiti turistici, anche se è ancora lunga la strada per raggiungere la capacità ricettiva precedente al terremoto. Alcuni rifugi saranno ricostruiti entro l’anno, quasi tutti i sentieri sono stati riaperti e si sta lavorando per offrire ai visitatori una ricettività diffusa e un’offerta che possa attrarre un turismo lento, consapevole, che generi le ricadute positive sull’economia di questi luoghi. Andrea Spaterna, presidente del Parco, i Sibillini sono da sempre un importante attrattore turistico, ma dopo il Covid c’è stata una vera e propria riscoperta della montagna. Come sta andando?

"Dopo l’iniziale, massiccio afflusso post Covid, peraltro comprensibile data l’esigenza di recuperare spazi di libertà e natura, si è tornati a flussi turistici numericamente più adeguati, seppur ancora sostenuti. Purtroppo, la frequentazione non sempre è pienamente corrispondente ai requisiti di consapevolezza e responsabilità richiesti per la fruizione di un’area protetta. Di certo, il potenziale dei Sibillini è alto, perché parliamo di un contesto di straordinaria bellezza, che permette esperienze memorabili, legate non solo alla natura, ma anche a storia, tradizioni, leggende, tipicità dei luoghi. Il Parco e tutta l’area dei Sibillini hanno conosciuto in questo periodo un forte rilancio, anche se siamo lontani dalla capacità ricettiva che il territorio poteva offrire prima del 2016. Nel 2024, la ricostruzione coinvolgerà anche i rifugi escursionistici di Colle Le Cese, Cupi di Visso, Fiastra e Campi di Norcia, che oltre alla capacità ricettiva fruibile pure da persone con disabilità, hanno sempre previsto una gestione ristorativa basata sulla promozione dei tanti prodotti tipici locali. Un grazie al commissario Guido Castelli per la sensibilità dimostrata verso il recupero di questi rifugi, che potrebbe non apparire prioritario rispetto ad altre necessità, ma assume invece un significato importante". La montagna marchigiana propone un’offerta per tutte le stagioni grazie anche all’avvio di nuove attività e alla lungimiranza di qualche sindaco.

"Il ruolo dei sindaci è fondamentale: oltre a presidiare la ricostruzione, stanno portando avanti iniziative a valenza turistica, grazie alle risorse dei fondi Cis e Pnrr, ma anche, attraverso il Parco, con i fondi ministeriali per il contrasto ai cambiamenti climatici. Ciò sta consentendo investimenti in infrastrutture innovative e sostenibili, ad esempio l’ampliamento o la realizzazione di piste ciclabili, di stazioni di ricarica elettrica e bike sharing, e più in generale in tutte le iniziative per incentivare la mobilità dolce. Sono tante le progettualità e le iniziative di rilancio, che potranno consentire al turista un’esperienza variegata e sorprendente, evitando afflussi eccessivi in siti di particolare interesse e in determinati periodi dell’anno e in questo modo garantendo anche un equilibrio con il contesto naturale". Alcuni sentieri erano stati chiusi. A che punto siete con la riapertura?

"Quasi tutti i sentieri del Parco sono fruibili. Il Grande Anello dei Sibillini, un circuito di circa 124 chilometri che abbraccia l’intera catena montuosa, è totalmente percorribile, così come gran parte dei sentieri natura ed escursionistici, compresi i due sentieri "per tutti", che offrono la possibilità anche a persone con disabilità di godere della bellezza della natura. Tuttavia, alcuni tratti risultano ancora non praticabili in conseguenza del terremoto. Su questi stiamo portando avanti una manutenzione straordinaria, resa possibile dai fondi della Protezione civile, per consentirne quanto prima un recupero definitivo". Crede che l’ente Parco possa giocare un ruolo nella creazione di una rete, di una ricettività e offerta diffusa, per stimolare un turismo che non sia solo mordi e fuggi?

"È proprio questa la finalità che il Parco persegue da tempo. Non a caso siamo stati tra i primi a ottenere l’adesione alla Carta europea del turismo sostenibile, uno strumento di pianificazione strategica e partecipata che mette insieme amministratori locali, operatori economici di settore, gestori di attività ricettive, associazioni di categoria e volontariato, con la finalità di individuare le migliori strategie di sviluppo per il territorio dal punto di vista turistico. Inoltre, il Parco sta investendo in infrastrutture verdi (sentieri e rifugi) e creando con gli operatori del settore i presupposti per un’offerta integrata e quindi per un prodotto turistico ben identificabile. La straordinaria bellezza che la natura e la storica antropizzazione di questi luoghi ci hanno restituito rappresenta di per sé un attrattore turistico eccezionale, ma la necessità di preservare ecosistemi e biodiversità impone di puntare su un turismo consapevole, rispettoso, lento, in grado di generare ricadute economiche locali, nonché di stimolare nuove attività verdi con importanti implicazioni occupazionali". Chiaramente, se parliamo di turismo e accessibilità dei Sibillini, non possiamo non affrontare il tema del sisma. A che punto è la ricostruzione?

"La ricostruzione è partita e sta procedendo. Tuttavia, la devastazione è così estesa che i tempi non potranno essere brevi, ma la vista dei tanti cantieri ci restituisce la percezione che ci sia davvero una ripartenza efficace". Quanto lavoro c’è stato da parte del Parco dietro alla ricostruzione nei Comuni?

"La ricostruzione potrebbe apparire a una prima valutazione un concetto estraneo a un ente Parco, laddove invece il nostro Parco sta svolgendo un fondamentale ruolo di accompagnamento e supporto. Tanto per capirci, solo nel 2021, a ricostruzione appena iniziata, l’ente ha rilasciato, per interventi direttamente connessi alla ricostruzione, più di 900 pareri, diventati oltre 1.300 nel 2022 e nel 2023, un numero destinato ad aumentare ancora nell’anno in corso e negli anni a venire. È una mole di lavoro enorme, per dimostrare vicinanza ai Comuni e poi alle comunità di riferimento". Crede che le zone interne abbiano bisogno di qualcosa d’altro, dal punto di vista normativo, per la rinascita?

"È importante che resti alta l’attenzione. C’è l’assoluta necessità che si continui a garantire il mantenimento di servizi essenziali, sanità, scuola, trasporti, nonché delle opportunità occupazionali. Sono presupposti necessari affinché le persone, specie i giovani, continuino ad abitare questi luoghi. Diversamente, assisteremo a una ulteriore deantropizzazione, cioè un ambiente abbandonato".