L’investigatore privato "Classifica troppo severa L’alto numero di denunce è dovuto al senso civico"

L’analisi di Vittorio Umberto Di Santo, presidente di Eurodetective "Bologna è una città sicura, ben governata dalle istituzioni preposte"

L’investigatore privato  "Classifica troppo severa  L’alto numero di denunce  è dovuto al senso civico"

L’investigatore privato "Classifica troppo severa L’alto numero di denunce è dovuto al senso civico"

In tema di sicurezza, la classifica del Sole 24 Ore "è troppo severa". Vittorio Umberto Di Santo, presidente di Eurodetective, agenzia di investigazioni private che opera in tutta Italia, preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno e dare, da addetto ai lavori, una spiegazione. "Bologna è una città sicura, ben governata dalle istituzioni preposte dirette da eccellenti figure di riferimento". E spiega: "La città ha una classifica penalizzante, probabilmente perché il grande senso civico dei bolognesi li porta a denunciare qualunque ingiustizia, dal furto della bicicletta a fatti più gravi. Questa è la cifra indicativa di una comuniutà consapevole. Altrove non è così".

Detto questo, Di Santo riconosce che, certo, si può fare sempre di più e meglio. "Ma – avverte – la spinta non può venire solo dal Prefetto e dalle Forze di Polizia, già molto impegnate nel quotidiano su tutti i fronti". La sicurezza "è un impegno che coinvolge tutti, nessuno escluso".

Per il presidente di Eurodetective alla voce ‘sicurezza’ vanno coinvolti tutti i soggetti che hanno un ruolo attivo nella società: famiglia, scuola, lavoro, mondo pubblico e privato. "Perché nel momento in cui un fatto diventa un problema di polizia è lo Stato, a monte, ad avere fallito, perché chi doveva arrivare prima non l’ha fatto".

E qui Stato va inteso come comunità. Di Santo fa l’esempio delle baby gang, della malamovida. "Questo è una problema sociale, che va affrontato partendo dalle agenzie educative, come scuola e famiglia. Le forze dell’ordine possono dare una soluzione momentanea e localizzata quando la situazione degenera. Ma non si può abdicare alla polizia un problema sociale e militarizzare la città".

Più in generale, l’attività di Eurodetective – che può arrivare a impiegare fino a 40 operatori altamente specializzati – si concentra su quattro temi principali, che esprimono le minacce attualmente più sentite.

Il primo è la cybersicurezza e la protezione del know-how delle aziende da attacchi informatici, furti di dati e di identità. "Problema trascurato negli anni, perché la sicurezza era vista solo come un costo. Ora gli imprenditori hanno capito che la sicurezza è un investimento, una protezione indispensabile del know-how aziendale".

Altro tema che si è acutizzato con la ripresa del lavoro in presenza dopo la pandemia è "l’uso e l’abuso della Legge 104", che concede ai lavoratori indennità per permessi fruiti per assistere famigliari disabili o bisognosi di assistenza. Eurodetective si occupa anche di smascherare la simulazione di stati di malattia in ambito aziendale. "Un fenomeno purtroppo sempre più evidente e diffuso – afferma Di Santo –, mal tollerato dallo Stato e dalle aziende che ne devono sostenere i costi".

Altro settore che impegna gli operatori di Eurodetective è la protezione e la tutela di minori e anziani. Nel caso dei giovani, "sono le famiglie a chiederci di acquisire informazioni univoche ed oggettive su comportamenti e frequentazioni dei figli ‘a rischio’ per potere valutare l’intervento più idoneo per il bene del minore, che è il loro patrimonio più prezioso.

La pandemia, afferma Di Santo, "ha amplificato problemi economici e sociali. Chi era forte è diventato più forte, ma chi era debole è diventato ancora più debole. Su questo dobbiamo tutti insieme lavorare per una società migliore e più sicura".