La grande bellezza : "Il fascino discreto delle pensioncine anni Sessanta"

Professore a Bologna e negli Usa, Francesco Benelli racconta per la prima volta la sua città in una guida voluta dal ministero "Sono simboli di un’architettura spontanea e vernacolare".

La grande bellezza : "Il fascino discreto  delle pensioncine  anni Sessanta"

La grande bellezza : "Il fascino discreto delle pensioncine anni Sessanta"

A Roma vive e porta avanti le sue ricerche. Insegna all’Università di Bologna al Dipartimento delle Arti ed è sempre in viaggio, anche se appena può torna a Riccione. Francesco Benelli, dopo la laurea in Architettura, ha insegnato per 15 anni alla Columbia University, oltre a docenze a Londra, Mosca e al Massachusetts Institute of Technology. I suoi studi si rivolgono all’architettura del Rinascimento e del Medioevo e dal 2016 i suoi progetti lo riportano in Italia, ma continua a fare la spola con gli Usa. "Circa una volta al mese sono a New York, dove sono membro dell’Osservatorio di Cultural Heritage dell’Italian Academy della Columbia che si occupa della conservazione del patrimonio culturale mondiale, e dove l’anno scorso ho passato un semestre".

I suoi libri sono pubblicati da prestigiose case editrici. Ci sono novità in arrivo?

"In Italia ho partecipato a un progetto del ministero del Turismo,

un libro in forma di guida turistica dedicato all’Adriatico d’inverno, a cui hanno collaborato sociologi, storici e architetti. È organizzato in capitoli e schede che descrivono la costa da Trieste a Otranto. Io mi sono occupato di Riccione e Rimini, è la prima volta che scrivo di argomenti locali".

Che luoghi ha indicato per Riccione?

"Nel libro suggerisco di visitare alcune pensioni degli anni Sessanta, dove è possibile riscoprire un’architettura spontanea, vernacolare, turistica. Poi qualche villino in Abissinia, come la Villa dei Marmi in viale Baracca. Ho anche consigliato di fare un giro in bicicletta nella zona Alba, dove sopravvivono dei villini che vale la pena vedere. E passeggiare al mare d’inverno".

Cosa ha in cantiere?

"Faccio parte di una commissione del Ministero della Cultura che si occupa della digitalizzazione della mappatura dei beni architettonici italiani. È un grande progetto, riguarda tre milioni di schede dall’Unità d’Italia ad oggi che non saranno più cartacee ma digitali. Invece per quanto riguarda le pubblicazioni è appena uscito per Officina Libraria una monografia sugli studi Vitruviani nel Rinascimento. Sto inoltre scrivendo per Einaudi un manuale di storia dell’architettura italiana ed europea fra antichità e Rinascimento che uscirà nel 2026".

Il prossimo viaggio?

"In aprile andrò a Parigi per due mesi invitato dalla Sorbona e inizierò un mio nuovo progetto di ricerca sulla nascita della critica architettonica tra Medioevo e Rinascimento in Italia. Inoltre, ho vinto un importante bando europeo per un progetto di ricerca sull’influenza delle cupole e le moschee persiane dal Medioevo in poi sull’architettura fiorentina e in autunno andrò in Iran".

Dove si rifugia a Riccione?

"In un circolo Arci che si trova all’Alba. Poi amo passeggiare al mare".

Cosa suggerirebbe a chi amministra la città?

"Di valorizzare di più la storia contemporanea, breve ma ricca, attraverso pannelli informativi, convegni e mostre".

Lina Colasanto