Stilista a New York. La storia di Loredana: "Grazie alla moda ho scoperto l’America"

E’ partita dell’Istituto d’arte di Riccione per conquistare il mondo. Ora lavora negli Stati Uniti per Donna Karan e disegna calzature . "Di Riccione mi mancano le passeggiate al mare e la luce tra i pini".

Stilista a New York. La storia di Loredana: "Grazie alla moda  ho scoperto l’America"

Stilista a New York. La storia di Loredana: "Grazie alla moda ho scoperto l’America"

Quand’era sui banchi di scuola sognava di diventare di arrivare ai vertici della moda. Loredana Cannia, dopo gli studi al Polimoda di Firenze e il master alla Central St. Martins School di Londra, è volata a New York. Art director per brand come Michael Kors, Acquaitalia, Jill Stuart, Brian Atwood, è diventata vice president of design per Donna Karan nel settore calzature.

Quando si è trasferita a New York?

"Nel 2007. Avevo bisogno di esplorare altri posti e persone. Mi sono sempre posta obiettivi molto ambiziosi, traguardi sempre più alti e mi metto a dura prova, cosa che ritengo sia un pregio, ma anche un difetto. A New York non conoscevo nessuno. Ho rifatto il mio book e sono partita, all’inizio è stato difficile anche per la barriera linguistica, poi mi sono fatta nuove amicizie, ho imparato lo spagnolo e l’inglese".

Poi ha creato un suo marchio di scarpe.

"Sì, Artemia e su questo marchio avevo anche investito. Con il Covid, però, i budget sono stati ridotti e mi sono fermata. Non è detto che possa riprenderlo in mano".

Adesso di cosa si occupa?

"Sono vice president of design nel settore calzature per Donna Karan. Quando a Riccione frequentavo l’Istituto d’arte sognavo di lavorare per questo marchio, perché rispecchia canoni estetici nelle mie corde".

Il “Fellini” è stato un buon trampolino di lancio?

"Mi ha dato ottime basi. Ricordo la mia professoressa di moda, Guenda Bezzi, mi ha reso una testa pensante. Ancora oggi seguo gli stessi passaggi, creando modellini e schizzi a mano libera. E’ quello che chiedo anche a quanti si presentano per essere assunti, il disegno per uno stilista è come la parola scritta per un giornalista. La parte creativa di progettazione non è concepibile al computer".

Dove nasce la passione per il bello?

"Sono ossessionata dalla bellezza, dall’estetica, da non intendere come perfezione, anzi, a volte è imperfezione, perché è un insieme di elementi che alla fine danno armonia. Questo amore per l’estetica e l’arte, che ha accompagnato molte mie scelte creative, me l’ha trasmesso il mio professore di Storia dell’arte Riccardo Gresta. Per il resto sono una sognatrice, l’aveva intuito anche la mia maestra Cettina Mongelli, che mi ha scritto: ricordo quand’eri bambina, avevi la testa in aria come una libellula".

Per due volte ha vinto Riccione Moda Italia, poi ha puntato sulle calzature.

"La scarpa che s’indossa cambia tutto: un tubino nero con uno stivale di vernice rossa diventa sexy, con una ballerina casual e con una sneaker è cool".

Riccione le manca?

"Mi mancano le piccole cose: la passeggiata in spiaggia d’inverno, il profumo di creme solari al cocco, l’odore della grigliata al porto, la luce che filtra tra i pini. Mi mancano tantissimo alcuni amici e la famiglia".

Nives Concolino