La ripresa dopo la pandemia Ricavi aggregati di settore a +12% Migliorano gli indici di redditività

Sette delle prime dieci imprese sono cooperative e hanno un fatturato pari al 54% dell’intero campione. Solo il 13% delle aziende analizzate nel 2021 ha chiuso in perdita. Ma il 45% ha subito un’erosione dell’utile.

La ripresa dopo la pandemia  Ricavi aggregati di settore a +12%  Migliorano gli indici di redditività

La ripresa dopo la pandemia Ricavi aggregati di settore a +12% Migliorano gli indici di redditività

di Elisa Pasqui

e Filippo Lo Piccolo

Le aziende che compongono il settore agroalimentare sono 54 e registrano nel 2021 un fatturato complessivo che supera i 7,1 miliardi di Euro.

Come ogni anno, anche in questa edizione la forma cooperativa conferma la sua importanza nel tessuto economico della provincia: le prime 10 società del campione generano infatti quasi il 70% del fatturato e di queste ben 7 sono organizzate in forma cooperativa e hanno un fatturato pari al 54% dell’intero campione.

Il 2021 è stato l’anno della parziale ripartenza dopo la pandemia da Covid-19 che ha causato un forte rallentamento dell’economia internazionale e nazionale, soprattutto come effetto delle chiusure adottate per limitare la circolazione del virus.

Nell’anno 2020 anche l’agroalimentare aveva subìto un rallentamento, sebbene meno rilevante rispetto ad altri settori che erano stati investiti da queste restrizioni in modo più diretto, ed era riuscito a mantenere sostanzialmente invariate le performance generali.

L’esercizio 2021 riporta trend positivi, con i ricavi aggregati di

settore che hanno registrato un rimbalzo del 12% rispetto al periodo precedente; solo il 15% delle imprese del campione ha visto una diminuzione del proprio fatturato e solo il 13% chiude in perdita. Ciononostante, il 45% ha subìto un’erosione dell’utile e il 40% ha registrato una flessione dell’EBIT.

Tale andamento richiama quanto accadeva nel settore agroalimentare negli anni precedenti la pandemia e cioè un incremento dei ricavi aggregati che non trova una completa soddisfazione in termini di redditività caratteristica a causa dei costi di gestione, che da sempre hanno un peso decisivo all’interno del settore in commento.

La parziale ripresa post pandemia trova conferma anche nell’analisi dei principali indici di redditività, ROE, ROS e ROI: infatti tutti i citati indici sono in discreto miglioramento. Nello specifico, la redditività media dei soci (ROE) passa da 5,28% a 5,98%, la redditività degli investimenti (ROI) da 2,73% a 3,49%, mentre il ROS, che misura quanta parte di fatturato di esercizio si è trasformata in reddito operativo, passa da un risicato 0,72% ad un più consistente 2,37%.

D’altro canto, qualche fluttuazione nelle performance non preoccupa il settore dell’agroalimentare che è complessivamente ben patrimonializzato, dal momento che il dato aggregato dei patrimoni netti supera i 2,3 miliardi di Euro (2,2 nel 2020) ed il rapporto di indebitamento, considerando il valore medio, migliora passando da 2,11 del 2020 a 1,92 del 2021.

Le imprese agroalimentari delle Top 500 Bologna occupano, nel 2021, più di 26.000 addetti, con un incremento pari a circa il 3% rispetto all’esercizio 2020. Questo dato conferma che il settore ha un’elevata capacità di preservare i livelli occupazionali. Va rilevato, per completezza, che circa il 28% delle imprese registra un decremento del proprio organico, ma va sottolineato come tale circostanza sia dovuta, nella maggior parte dei casi, alla fuoriuscita di un numero limitato di risorse.

In conclusione, l’analisi dei dati conferma i trend pre-pandemia: buona redditività, solida patrimonializzazione e livelli occupazionali pressoché costanti. È possibile quindi affermare che le imprese del settore agroalimentare della Provincia di Bologna hanno dimostrato una forte resilienza, mantenendo la loro performance sostanzialmente in linea con gli anni pre-pandemia.