Le sfide di domani "Manifatturiero tra cybersecurity e automotive"

Il punto di Sonia Bonfiglioli, ad dell’omonimo gruppo "È naturale aspettarsi un’accelerata nell’elettrificazione, ma rischiamo di avere infrastrutture sovradimensionate".

Le sfide di domani   "Manifatturiero  tra cybersecurity  e automotive"

Le sfide di domani "Manifatturiero tra cybersecurity e automotive"

di Francesco Moroni

Bonfiglioli, come descriverebbe il momento storico? "Ragionerei in termini di quelli che sono trend abbastanza evidenti nell’ambito manifatturiero. Noi siamo un’azienda b2b (business to business, ndr) e spaziamo dalle macchine di movimento a terra all’eolico, fino alla e-mobility. Negli ultimi anni, così come oggi, sono emerse alcune grandi evoluzioni…". Sonia Bonfiglioli, presidente e ad dell’omonimo gruppo di Calderara di Reno (Bologna), traccia un bilancio attuale dell’azienda guardando agli ultimi sviluppi che hanno intaccato l’intero sistema.

A cosa fa riferimento?

"Parlo del trend di elettrificazione e digitalizzazione, un tema che impatta sui settori più disparati. Innanzitutto, con la difficoltà per tutti nel trovare i componenti elettronici. Ma oggi la digitalizzazione interviene in tantissimi settori, basti pensare alla logistica".

Cosa può dire al riguardo?

"E’ uno dei settori in cui operiamo, e il tema dell’elettrificazione porta a sostituire i classici carrelli con quelli elettronici. Oppure si pensi agli spostamenti: oggi la mobilitazione dentro le aziende si basa sempre di più su sistemi di guida autonomi. Poi c’è il grande discorso che riguarda le merci, e qui il trend sarà passare progressivamente da gomma a rotaia".

Un aspetto che porta anche ad ulteriori sviluppi?

"Sicuramente, soprattutto quello della sostenibilità e dei parametri ESG, cioè Environmental (ambiente), Social (società) e Governance. Oggi si tende a dare tantissima enfasi all’ambiente, ma io credo che la sostenibilità passi soprattutto dalla governance".

Perché?

"Perché è come se fosse il cervello, poi viene il braccio. E’ un’evoluzione talmente articolata che, se non si ha la capacità di governarla e comprenderla, si rischia soltanto di scimmiottare quello che fanno gli altri. E’ un mondo che, anche verso le nuove generazioni, deve avere un atteggiamento costruttivo e non di pura emulazione".

E per quanto riguarda la parte ‘social’?

"Il tema è legato alla formazione e alle competenze, perché si parla di un percorso di aggiornamento continuo per le persone, di cui devono farsi carico le aziende. Le università e gli istituti tecnici sono importanti, ma da soli non possono bastare. E così il mondo delle aziende ha anche un profondo valore sociale per supportare questa continua trasformazione".

Che altro?

"Un altro grande trend è quello dell’Eaas (Everything-as-a-service, ndr), che sta avendo un impatto notevole sul mondo manifatturiero. Il primo aspetto riguarda l’utilizzo dei cloud, con investimenti importanti in termini di cybersecurity. Ma credo che ciò che diventerà veramente predominante nei prossimi anni per il settore della manifattura sia l’automotive".

In che modo?

"Oggi è sempre più differenziato, e se aggiungiamo la progressiva avanzata della guida autonoma nel prossimo decennio, insieme a una popolazione che continua a invecchiare sempre di più, è naturale aspettarsi un’accelerata ulteriore per quanto riguarda l’elettrificazione. Lo scenario potrebbe essere devastante: fra 10 anni il parco auto potrebbe essere un quarto rispetto al presente, o magari un quinto. C’è chi parla addirittura di un decimo…".

Con quali risvolti?

"Per esempio sulle infrastrutture: tutte quelle tarate sul parco auto odierno, potrebbero non servire più".

Come Bonfiglioli come state affrontando tutto questo?

"Siamo molto attenti a queste dinamiche, con grandi investimenti soprattutto sui parametri ESG. Per quanto riguarda il settore eolico, ad esempio, ci vengono imposti già parametri che tendono verso il tema delle energie rinnovabili. Così non si ha saltato un ruolo da garanti, ma anche di fornitori. E ovviamente un driver, come dicevo, è quello della formazione".

Su questa strada che passi avete percorso?

"Gli investimenti erano iniziati anche prima della pandemia, fino ad arrivare oggi alla nostra ‘Academy’ in tutte le lingue del mondo, anche il vietnamita. E’ di pochissime settimane fa, invece, la notizia del closing di Selcom".

Ci racconti.

"E’ il secondo produttore di schede elettroniche, che anche noi chiaramente utilizziamo. Oggi si compra soltanto da costruttori cinesi, mentre l’obiettivo è diventare autonomi e diventare produttori".

All’Esecutivo, invece, cosa si può chiedere?

"Per la prima volta da anni abbiamo davanti un governo politico che ha l’obiettivo di restare almeno cinque anni, ci aspettiamo di vedere un piano messo a terra. Sono una grande sostenitrice del lavorare in squadra e in questo momento ce n’è particolare bisogno, a prescindere da chi è al governo. Parliamo di trasformazioni ‘disruptive’, difficili da sostenere per le singole imprese. Le aziende italiane, poi, sono medio-piccole e spesso non hanno nemmeno la capacità di cogliere questi indirizzi. Auspico quindi ce ne siano di nuovi, come in passato è stato ad esempio per l’industria 4.0: sono segnali che solo il governo può dare e che le aziende devono intercettare".