La pandemia colpisce duro Ma le coop tengono

Tra le imprese entrate in classifica rappresentano il 25% del fatturato. La Romagna ha saputo reagire alla crisi anche mantenendo l’occupazione

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di Dino Berardocco

e Alex Nicoletti

In Romagna si registrano ben 92 cooperative all’interno della classifica Top 500, con un campione pari al 18% (ovvero una cooperativa ogni cinque società) e un fatturato pari 10,2 miliardi euro sui 40,2 complessivi, che rappresenta circa un quarto (il 25%) del fatturato complessivo della classifica delle prime

500 aziende romagnole. All’interno della graduatoria, La forma giuridica cooperativa più diffusa risulta la S.C.A.R.L.P.A., che conta 63 società, seguita dalla forma di società cooperativa consortile con 6 unità e S.C.A.R.L., con 4 unità. Risultano poi attive 3 cooperative sociali, 7 società consortili a responsabilità limitata, 7 società consortile per azioni e 2 consorzi.

Dall’analisi emerge un dato particolarmente interessante: 30 cooperative si trovano nella Top 100 e 23 di queste superano il fatturato di 100 milioni di euro. È pertanto possibile affermare che, tra le 100 società che registrano i maggiori fatturati in Romagna, quasi un terzo è rappresentata dalla forma cooperativa. Le prime tre cooperative risultano Gesco s.c.a., Commercianti indipendenti associati e C.u.r.a..

Tra le società che più hanno scalato la classifica figurano Consorzio Blu Società Cooperativa sociale (151 posizioni, dalla 327esima posizione alla 176esima posizione) e Organizzazione Produttori Cereali Soc. Cons. a r.l. (87 posizioni, dalla 406esima alla 319esima posizione) e C.E.M. – Cooperativa fra Esercenti Macellai – Società Cooperativa (78 posizioni, dalla 287esima alla 209esima posizione).

I codici Ateco più diffusi risultano il trasporto di merci su strada, le attività che seguono la raccolta, il commercio e la produzione di prodotti alimentari, la costruzione di edifici residenziali e non residenziali, gli altri servizi di supporto alle imprese n.c.a. e l’installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di

condizionamento dell’aria (inclusa manutenzione e riparazione) in edifici o in altre opere di costruzione.

I principali indicatori dimensionali in termini di ricavi, attivo e patrimonio netto registrano quanto segue. La mediana dei ricavi registra un lieve decremento passando da 35 milioni di euro a 34 milioni, nonostante la media aumenta da 105 milioni a 111 milioni di euro. Aumenta il totale dell’attivo, la cui mediana aumenta da 29 milioni di euro a 31 milioni e la media da 78 milioni a 83 milioni di euro. Si registra un aumento anche della mediana del patrimonio netto, che passa da 6 milioni di euro a 7 milioni mentre la media si alza da 24 milioni a 26 milioni di euro.

Gli indicatori di redditività analizzati (risultato d’esercizio, risultato operativo, EBITDA, ROE, ROI) registrano tutti un lieve miglioramento, sia in termini di media che di mediana. Solo il ROS registra un decremento in termini di media (dal 0,94% al 0,56%), nonostante l’aumento in termini di mediana (dal 0,51% al 0,76%).

Per quanto riguarda il rischio finanziario, aumenta lievemente la media del rapporto di indebitamento e della copertura degli oneri finanziari, che passano rispettivamente da 16,17 a 16,41 e da 24,52 a 26,50.

In conclusione, seppur in uno scenario generalmente difficile in cui anche la cooperazione ha subito colpi pesanti (come tutte le imprese del comparto) a causa della pandemia, il territorio romagnolo ha comunque saputo trovare una strada per reagire, mantenendo anche l’occupazione dei propri lavoratori.