MATTEO BONDI
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La scommessa di Forlì "Cultura e gastronomia, il futuro è nel turismo"

di Matteo Bondi

Luca Morigi, presidente (appena confermato) di Confartigianato Forlì, prova a immaginare come potrà evolvere l’economia locale nei prossimi anni, "con la consapevolezza che solo un esperto indovino potrebbe fare una previsione del genere. Oggi, più che in altri momenti storici, il mondo corre veloce e spesso intraprende percorsi che non avremmo mai immaginato". Un tema al momento tiene banco nelle discussioni di tutti i giorni: la mancanza di manodopera. "Un problema reale – conferma Morigi –, avvertito anche dai nostri associati e che necessita di interventi strutturali per trovare una soluzione, in primis cercando di intensificare il dialogo tra il mondo dell’istruzione e quello della micro e piccola impresa, che costituisce l’asse portante della nostra economia". Nella visione del presidente di Confartigianato Forlì si dovrebbe consentire agli studenti di avvicinarsi a queste realtà, scevri da pregiudizi, per comprendere il vero significato dell’intraprendere. "Questo però richiede un cambio culturale forte – afferma –, in un Paese nel quale il lavoro dipendente è ancora considerato il migliore traguardo professionale. Eppure, soprattutto nel comprensorio forlivese, l’artigianato ha mille connotazioni: esistono attività notevolmente differenti, da quelle tradizionali, che perpetuano lavorazioni e saperi antichi pur coniugati con la modernità, a quelle più tecnologiche, offrendo un panorama molto ricco col quale confrontarsi". Una ricchezza di panorama, ma che diventa anche una debolezza, mancando una vocazione forte, come avviene invece per altri territori vicini.

"Forlì spesso è considerata una piazza poco appetibile – conferma –, quasi un territorio di passaggio tra Rimini, Ravenna e Cesena. È nostro dovere lavorare, assieme a tutti gli attori coinvolti, per costruire un’identità chiara per il nostro territorio. Non è un mero slogan dire che la cultura è un volano per il forlivese e non solo grazie al polo museale del San Domenico o all’università in piena espansione, la riscoperta del turismo lento è solo un esempio. La pandemia ha portato a riscoprire il nostro Appennino, nascono e sono ripristinati sentieri che consentono di vivere le nostre colline assaporando i colori, i profumi e i sapori che fanno parte della nostra cultura. L’enogastronomia e l’accoglienza sono sempre stati punti forti dei nostri Comuni e su questo dobbiamo concentrare gli sforzi. Da Tredozio a Portico, passando per Premilcuore e Bertinoro, possiamo essere orgogliosi della bellezza che ci circonda e merita di essere valorizzata, creando un indotto a supporto dell’accoglienza. I giovani possono avere ancora un futuro nei Comuni collinari e montani, se sapremo mettere a sistema e valorizzare l’esistente, ma dobbiamo essere noi i primi a conoscere e ad amare il nostro territorio".