Ridolfi pronto al decollo Ora Forlì punta al boom E l’economia può volare

Nel 2023 i passeggeri dovrebbero raddoppiare, attese nuove rotte. Quante chance: turismo, ma anche manutenzione degli aerei e droni.

di Marco Bilancioni

Ci sono voluti nove anni per tornare a volare, dal 2012 al 2021: nel mezzo, il fallimento della precedente società di gestione, più un’altra mai decollata, un paio di bandi andati deserti, la pandemia. A distanza di altri due anni dall’avvio dell’era F.A. (sigla che significa Forlì Airport), l’aeroporto Ridolfi è in pista per il vero decollo.

Innanzitutto i numeri: dopo i 98mila passeggeri nel 2022, si punta a 230mila nel 2023 e a 850mila in prospettiva. La nuova società di gestione pianifica un boom, stavolta orgogliosamente frutto della tenacia di alcuni imprenditori romagnoli, che hanno sorretto l’avvio difficile con 18 milioni, senza capitali pubblici e senza accordi con il ‘Marconi’ di Bologna. Una crescita che riporterebbe i volumi di traffico agli anni in cui esplosero le compagnie low cost. Del resto, Ryanair è già tornata: vola da Forlì per Palermo e per la città polacca di Katowice. L’intesa è per cinque anni e a Forlì tutti si augurano che aumenti il numero di rotte. Poi è stato pre-annunciato l’arrivo di una nuova compagnia che collegherà il Ridolfi a un hub internazionale con trenta destinazioni in tutto il mondo, raggiungibili con un biglietto unico da Forlì.

Questa mossa dovrebbe portare i numeri all’insù, linea cui tenderà il mercato secondo gli esperti: nei voli di medio-corto raggio – come quelli che decollano da Forlì, la maggior parte verso paesi che si affacciano nel Mediterraneo – la richiesta è già superiore a quella del 2019, ultimo anno pre-Covid, e nel 2030 i passeggeri al check-in dovrebbero raddoppiare in tutto il mondo.

Come è intuibile, tra le conseguenze positive non ci sono solo le vacanze per un bacino di potenziali clienti che dal Cesenate arriva fino a Imola e alla bassa Romagna: il giorno della riapertura dello scalo, F.A. stimò che nel 2025 l’indotto sarebbe stato di 100 milioni con 1.500 persone occupate. C’è la possibilità di accompagnare il turismo della Riviera e, perché no, dell’Appennino e delle città d’arte aprendo nuovi mercati anche lontani. Si parla insistentemente anche di una collaborazione con l’hub delle crociere gestito dalla compagnia Royal Caribbean al porto di Ravenna.

E non solo. Perché un Ridolfi funzionante è il fiore all’occhiello di un sistema più ampio (l’intesa tra enti è già stata firmata) chiamato Polo tecnologico e aeronautico: a Forlì ci sono già la scuola di controllori di volo, l’Enav, la facoltà di Ingegneria Aerospaziale che collabora con la nuova missione lunare della Nasa. Possono nascere perciò nuovi affari: dalla manutenzione degli aerei alla ricerca tecnologica applicata a droni di ultima generazione. È stato confermato l’interesse di un possibile investitore come Leonardo, società controllata dal colosso Finmeccanica. Insomma, ci sono tanti motivi per vedere un cielo sereno.