Roma, 28 novembre 2022 - “Il fatto che non siamo ai Mondiali dispiace molto. Spero possa essere una cosa che non accada mai più: l'Italia deve esserci sempre. Poi che quello in Qatar sia un campionato del mondo particolare, lo è. Ma è sempre meglio esserci”. Così Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio, intervenuto ieri sera a Che tempo che fa di Fabio Fazio su Rai Uno e rispondendo in maniera chiara sulla mancata partecipazione dell'Italia ai Mondiali che si tengono in Qatar. Leggi anche Guccini e i segreti del nuovo album Il Mancio, collegato da Genova e “festeggiato” per il suo compleanno, era assieme all'amico fraterno, capo delegazione degli Azzurri e compagno di squadra della gloriosa Sampdoria scudettata, Gianluca Vialli. L'occasione è stata quella per presentare il docufilm 'La bella stagione' che ripercorre le imprese blucerchiate, per la regia di Marco Ponti e al cinema da stasera fino al primo dicembre. “Questo docufilm racconta l'amicizia, la storia d'amore tra noi e un club straordinario – ha spiegato Vialli -. Ci sono valori importanti da raccontare alle nuove generazioni, attaccamento, amicizia. Ho pianto quando l'ho visto, mi sono commosso”. Dello stesso tenore il commento di Mancini: “Penso che esalti i valori che aveva quella squadra, al di là degli aspetti tecnici: amicizia, amore, educazione. È fondamentale che i ragazzi conoscano questo lato dello sport, oltre il tifo. Era un calcio meraviglioso ed abbiamo avuto il privilegio di esserne parte”. Commentando le immagini che li vedevano protagonisti con la Samp, i due hanno ribadito “La bella stagione non è soltanto un racconto sportivo”. Tra i tanti argomenti toccati, poi, il ct ha parlato anche la vittoria agli Europei contro l'Inghilterra. Una vittoria ai rigori e maturata proprio in quello stadio di Wembley dove, 30 anni prima in finale di Champions League, Mancini, Vialli e la Sampdoria venivano sconfitti dal Barcellona per 0-1. “Vincere gli Europei lì, a Wembley, non è stato casuale. Ero con Luca, altri giocatori della Samp. Insomma, si è chiuso un cerchio trent'anni dopo. L'abbraccio con Luca? Racchiudeva qualcosa di importante”, ha continuato Mancini. “Per noi è stato un abbraccio completo – ha integrato Vialli -. Per l'aspetto sportivo, la gioia di un nuovo traguardo raggiunto e inaspettato. Ma anche per la paura che aveva condizionato entrambi per via delle mie condizioni di salute. Ecco, è venuto a galla tutto questo. C'erano lacrime piene di questi sentimenti in un colpo solo. E sono abbracci più belli ancora di quando io gli passavo la palla e Mancio faceva gol”.