SportTamberi e il gesso: il simbolo della sofferenza portato in pedana alle Olimpiadi

Tamberi e il gesso: il simbolo della sofferenza portato in pedana alle Olimpiadi

Oro nel salto in alto alle Olimpiadi di Tokyo. "Ho dovuto anche riscrivere la data, ma ora so che va bene così. Ne è valsa la pena"

Tamberi e il gesso talismano portato in pedana a Tokyo

Tamberi e il gesso talismano portato in pedana a Tokyo

Ancona, 1 agosto 2021 - Quella di Gianmarco Tamberi e del suo gesso a gambaletto finito in pista appena conclusa la gara olimpica di salto in alto vinta alle Olimpiadi di Tokyo (qui il medagliereè una storia particolare, un legame inscindibile tra 'Gimbo' e il demone che lo ha tormentato e perseguitato per cinque anni.

Tamberi e il gesso talismano portato in pedana a Tokyo
Tamberi e il gesso talismano portato in pedana a Tokyo

L'ANTEFATTO. È il 15 luglio 2016, le Olimpiadi di Rio dovrebbero vederlo in pedana tra meno di un mese. Tamberi è in formissima, nel momento migliore della sua carriera. All'ultima tappa di Diamond League a Montecarlo stabilisce il nuovo primato italiano e personale (mai più eguagliato) di 2.39. Però sta bene, e vuole spingersi più in là. Fa alzare l'asticella a 2.41 anche se ha già vinto la gara. Mette male la caviglia sinistra al momento dello stacco, si fa male e si mette a urlare: non tanto per il dolore, ma perché ha capito. Lesione al legamento deltoideo, tempi di recupero fissati in quattro mesi, addio ai Giochi. "Ridatemi il mio sogno", urlava dai social in quei giorni.  

IL GESSO. Tamberi è costretto a mettere il gesso e per una settimana non vuole parlare con nessuno. Poi reagisce e decide che nessuno può togliergli il suo sogno, anche se dovrà aspettare altri quattro anni. Scrive subito sopra al gesso “Road to Tokyo 2020”. E ricomincia a lavorare duro, prima per recuperare dall'infortunio, poi per tornare alle sue misure. Non ci riuscirà mai, ma proprio nel momento più importante, quello di stasera, ritrova un 2.37 che non saltava più proprio dal 2016. Forza anche di quel gesso che gli ha fatto compagnia da allora.

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IN PEDANA. "Non l'ho mai buttato via – ha raccontato Gimbo alla fine della gara parlando del suo talismano – perché per me era e rimane un simbolo, il simbolo della mia forza d'animo, della mia volontà di provarci e riprovarci nonostante le avversità. Ci avevo scritto 2020, poi la nuova mazzata del rinvio di un anno, l'incertezza che forse non si sarebbero mai disputate queste Olimpiadi, ho fatto una croce sopra e ho scritto 'con Chiara 2021'. Era sempre con me e ho voluto portarlo qui a Tokyo, per dimostrarmi che ero stato in grado di tenere fede al mio programma. La mia occasione l'ho avuta e ora posso dire che va bene così, è valsa la pena di passare tutto quello che ho passato, l'ho sempre detto che se ce l'avessi fatta sarebbe stato incredibile. Ho coronato il mio cammino, non so per quanto non riuscirò a dormire".