Guerra in Ucraina, rischio export per Emilia Romagna, Marche e Veneto. "Grave l'impatto"

Confartigianato: sono tra le regioni più esposte per le esportazioni del Made in Italy sul mercato russo

Veneto, 26 febbraio 2022 - La guerra sull’Ucraina e le sue conseguenze rischiano di ripercuotersi negativamente sull’export italiano. E non solo indirettamente, a causa dell’aumento dei costi dell’energia. Tra conflitto e sanzioni alla Russia sarà “grave l'impatto sulle piccole imprese”, avverte Confartigianato e lancia l'allarme con un approfondimento del suo centro studi sui rischi per il nostro export.

"I settori italiani con la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (soprattutto alimentari, moda, mobili, legno, metalli) vendono in Russia prodotti per 2.684 milioni di euro, pari al 34,9% delle nostre esportazioni nel Paese” dice Marco Granelli, presidente di Confartigianato.

Tra le regioni più esposte per le esportazioni sul mercato russo vi è l'Emilia-Romagna, seguita da Veneto, Marche, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia”, e tra le province “l'export manifatturiero in Russia pesa maggiormente a Vercelli, Fermo, Vicenza, Reggio Emilia, Frosinone, Treviso, Bologna e Piacenza”.

“Auspichiamo - dice Granelli - che si possano recuperare rapidamente le ragioni del dialogo e riaffermare i valori della libertà e della democrazia per scongiurare effetti ancora più gravi per la vita delle persone, per la sicurezza e la stabilità sociale ed economica dell'Europa”

Le ricadute delle sanzioni: persi 3mld l’anno

A livello territoriale, calcola Confartigianato, gli effetti in termini di crollo dell'export verso la Russia tra il 2013 e il 2021 sono stati nelle Marche (-59,6%), in Veneto (-26,2%) e in Emilia-Romagna (-25,2%). Le perdite nel resto d’Italia si sono registrate in Abruzzo (-75,9%), in Toscana (-40,4%). Forti cali anche per Lombardia (-30,4%).

Mentre tra i prodotti maggiormente venduti dalle imprese italiane in Russia, la diminuzione è stata pesantissima per la moda (-41,8%), seguita dai macchinari (-25,8%).

Lo scenario dell'export del made in Italy verso la Russia è significativo per il sistema economico italiano. La fotografia scattata da Confartigianato mette in evidenza che, tra i Paesi dell'Ue, l'Italia è al quarto posto per il valore delle esportazioni sui mercati russo e ucraino dove, nel 2021, ha venduto prodotti per complessivi 9.809 milioni di euro e ne ha importati per 17.273 milioni di euro.

Con un primato: “Siamo in testa ai Paesi Ue per l'export in Russia di prodotti della moda, per un valore di 1.346 milioni di euro, e di mobili, 333 milioni”. Nel 2021 “l'Italia ha un interscambio con la Russia di 7.696 milioni di euro di esportazioni e di 13.984 milioni di euro di importazioni, di cui il 55,3% è costituito da petrolio greggio e gas naturale per un valore di 7.726 milioni di euro. Per quanto riguarda l'Ucraina, le vendite di made in Italy nel 2021 ammontano a 2.113 milioni di euro, in crescita del 20,6% rispetto al 2019”.

I prodotti più esportati: macchinari, moda, alimentari, bevande

Tra i prodotti italiani più apprezzati a Mosca “vi sono macchinari e apparecchiature: nel 2021 ne abbiamo esportati per 2.147 milioni di euro (il 27,9% del made in Italy in Russia). Seguono la moda per 1.346 milioni di euro (17,5% del totale del nostro export in Russia), i prodotti chimici per 720 milioni di euro ( 9,4%), i beni alimentari e bevande per 635 milioni di euro (8,3%)”.

Dalla crisi di Crimea, bruciati 24 mld di export tra 2013 e 2021

“Rischiano di ripetersi le gravi conseguenze economiche derivanti dal conflitto russo-ucraino scoppiato nel 2014 con la crisi di Crimea”, avverte, calcolando che “le prolungate sanzioni economiche alla Russia, tra il 2013 e il 2021 hanno fatto calare del 22,2% l'export europeo verso Mosca, con una maggiore penalizzazione dell'Italia (-28,5%). In 8 anni le nostre vendite sul mercato russo hanno accumulato perdite per 24.712 milioni di euro, pari a 3.089 milioni di euro medi all'anno”