Verona, processo “Taurus”, il gup riconosce il danno alla Regione Veneto

Regione e sindacati saranno risarciti. Lo ha stabilito il giudice nel corso dell'udienza preliminare del maxi processo sulle infiltrazioni mafiose nel territorio scaligero. Ente risarcito con provvisionale 500 mila euro

Udienza preliminare del maxi processo Taurus

Udienza preliminare del maxi processo Taurus

Venezia, 5 luglio 2021 - La Regione Veneto ha diritto di essere risarcita in caso di delitti di stampo mafioso commessi nel proprio territorio. Lo ha stabilito il Gup di Verona oggi 5 luglio 2021 nell'udienza preliminare del maxi processo “Taurus” sulle infiltrazioni mafiose nel territorio scaligero, secondo quanto riferisce l'avvocato Fabio Pinelli, legale della Regione. Il giudice, Luca Marini ha confermato il principio di diritto secondo cui in caso di reati di matrice mafiosa è l'intera collettività locale a subirne le gravissime conseguenze, pregiudicando anche l'immagine dell'Ente, in questo caso la Regione Veneto, impegnata nel contrasto alla criminalità organizzata.

Nell'udienza di8 oggi quasi tutti gli 84 imputati che avevano chiesto di essere giudicati con rito abbreviato sono stati condannati, mentre sono stati rinviati a giudizio quelli che non hanno optato per riti alternativi. La prima udienza dibattimentale davanti al Tribunale di Verona si terrà l'8 novembre prossimo.

Gli imputati sono stati condannati in solido a risarcire i danni subiti dalla Regione Veneto che, si è costituita parte civile nel processo, con una provvisionale immediatamente esecutiva per 500.000 euro.

 

Risarcimento danni riconosciuto anche al sindacato

"La chiusura del rito abbreviato, con le relative condanne inflitte agli imputati, e i rinvii a giudizio decisi oggi dal Tribunale di Venezia confermano, di fatto, l'impianto accusatorio della Pubblica accusa. È la dimostrazione evidente della presenza della criminalità organizzata nel tessuto produttivo regionale. L'ennesima prova che non siamo più di fronte a sporadiche infiltrazioni, ma a un radicamento che parte da tempi lontani e che le crisi finanziarie che si sono succedute negli anni non hanno fatto altro che consolidare, offrendo ai clan l'opportunità di sfruttare le difficoltà di molte imprese per condizionarle o prenderne definitivamente il controllo. Quanto accaduto deve mettere in grande allarme l'intero sistema veneto, a livello istituzionale, economico e sociale, perché stiamo affrontando una nuova crisi e perché è in arrivo una quantità davvero significativa di risorse, che le mafie hanno messo senz'altro nel mirino" dichiarano in una nota Silvana Fanelli, segreteria Cgil Veneto e Stefano Facci, segretario generale Cgil Verona.

"La Cgil c'è e ci sarà - aggiungono - come dimostra la costituzione di parte civile in questo processo, che ha visto proprio oggi il riconoscimento di un cospicuo risarcimento danni sia a favore della nostra struttura regionale che della Camera del lavoro scaligera, rappresentate dai legali Leonello Azzarini del foro di Venezia e Chiara Palumbo del foro di Verona. Segno che il Tribunale individua nelle lavoratrici e nei lavoratori le prime vittime dell'illegalità economica e della violenza criminale nei luoghi di lavoro, che calpestano diritti e libertà fondamentali delle persone, compresa quella di organizzarsi sindacalmente e di lottare per la propria emancipazione"

E aggiungono: "Da soli, però, i sindacati non possono vincere questa battaglia fondamentale, che deve coinvolgere le forze vive e sane della società, a partire da quelle imprenditoriali.  Non basta l'impegno straordinario delle Forze dell'Ordine e della Magistratura, che pure stanno ottenendo risultati eccezionali sul piano giudiziario. Questa è una sfida culturale e di civiltà, dal cui esito dipende il futuro del nostro modello di sviluppo, che dobbiamo fondare sulla legalità, sulla trasparenza e sulla giustizia sociale".