ALESSANDRA PASCUCCI
Cronaca

Ancona, Lombardi rischia un ergastolo bis per il barista rapinato e poi morto

Sangue a Filottrano, il pm chiede l’isolamento per il falconarese

Alex Lombardi, ex bodyguard, è in carcere per il duplice omicidio di Cingoli di cui ieri sono state depositate le motivazioni

Alex Lombardi, ex bodyguard, è in carcere per il duplice omicidio di Cingoli di cui ieri sono state depositate le motivazioni

Ancona, 20 giugno 2017 - Rischia un secondo ergastolo Alex Lombardi, il bodyguard di Falconara già condannato dalla Corte d’Assise di Macerata al massimo della pena per il duplice omicidio di Cingoli. Ieri il sostituto procuratore di Ancona Valentina Bavai ha chiesto l’ergastolo a carico di Lombardi anche per l’omicidio di Sauro Valentini, il barista di Filottrano rapinato e ferito a colpi di pistola il 19 maggio 2011 e morto sette mesi dopo.

Il pm ha chiesto anche due mesi di isolamento diurno e tutte le sanzioni accessorie: secondo l’accusa Lombardi va condannato per omicidio volontario, anche se il barista era stato colpito alle gambe ed era morto dopo una serie di operazioni agli arti per le complicanze dovute alla cirrosi epatica. Gli elementi a sostegno dell’omicidio volontario, secondo la procura, vanno ricercati nella dinamica della sparatoria: il rapinatore ha sparato alle gambe quando Valentini si è opposto, ma poi ha continuato a sparare anche quando il barista era a terra inerme. La richiesta di condanna è arrivata al termine di una lunga udienza, durante la quale è stato ascoltato Lombardi.

L’ex guardia giurata, che ha sempre negato di aver commesso la rapina, ha puntato l’attenzione sull’ex amico Marco Pesaresi, che all’epoca divideva l’appartamento con lui e che era stato accusato insieme al bodyguard per l’omicidio di Cingoli. Lombardi ha raccontato che il giorno successivo alla rapina aveva trovato la sua pistola fuori posto: «Di solito la mettevo nel borsello con la canna rivolta verso il basso – ha spiegato di fronte alla Corte d’Assise – ma quel giorno l’avevo ritrovata con la canna verso l’alto. Non la mettevo mai in quel modo, perché è pericoloso».

Alex, stando a quanto raccontato in aula, aveva chiesto conto di questa circostanza a Pesaresi, che aveva ammesso di aver preso la pistola per esercitarsi a sparare. Quanto alla vendita della pistola subito dopo la rapina, Lombardi si è giustificato dicendo che voleva comprare con il ricavato un fucile per il tiro a volo. Poi però, spinto anche dal padre (che ha confermato sempre ieri in aula), aveva cercato di ricomprare l’arma perché convinto che gliela avessero pagata troppo poco. L’udienza è stata rinviata al 17 luglio per lasciare la parola alla parte civile, rappresentata dagli avvocati Giovanni Rossetti e Tarcisio Giampieri, e alla difesa, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Belfiore. «Il mio assistito – dice il legale – non aveva fornito prima questa versione perché gli inquirenti non hanno voluto sentirlo durante le indagini». Proprio ieri sono state pubblicate le motivazioni della sentenza per il delitto di Cingoli, che addebita l’intero omicidio a Lombardi, scagionando proprio Pesaresi, arrestato a fine aprile a Filottrano con 250 grammi di cocaina.