Hotel Rigopiano, Samuel aspetta i suoi genitori. Si scava ancora per trovarli

Il direttore sanitario dell’ospedale pescarese segue il bimbo estratto vivo dalle macerie

Il piccolo Samuel soccorso dalle macerie dell'hotel Rigopiano

Il piccolo Samuel soccorso dalle macerie dell'hotel Rigopiano

Osimo (Ancona), 24 gennaio 2017 - «Samuel aspetta i suoi genitori». Così il direttore sanitario dell’ospedale di Pescara, Rossano Di Luzio, sul piccolo di 7 anni che, dal nosocomio abruzzese, spera di poter riabbracciare papà Domenico, poliziotto 41 anni di Chieti ma in servizio a Osimo, e Marina Serraiocco, originaria di Popoli ma residente a Osimo e proprietaria del negozio ‘La bomboniera’, nel centro della cittadina. Di loro, a ieri, ancora nessuna notizia.

Dopo un falso allarme apparso su Facebook circa un paio d’ore dopo il salvataggio di Samuel, si scava ancora per trovare i due giovani abruzzesi mentre il loro piccolo è sano e salvo e ricoverato nel reparto di Pediatria. Solo gli psicologi della Asl potranno valutare quando il bambino potrà lasciare il nosocomio abruzzese. «Samuel è al corrente della situazione», così come lo è Edoardo, il piccolo di 8 anni rimasto orfano a causa della slavina.

La lettura del bollettino medico arriva al culmine di una giornata snervante, colma di angoscia e tensione. A cominciare dallo sfogo del padre di Stefano Faniello, il 28enne che figura ancora tra i dispersi dell’hotel Rigopiano e fidanzato di Francesca Bronzi, dimessa invece ieri nel pomeriggio. Decine di giornalisti da tutto il mondo hanno affollato l’atrio dell’ospedale pescarese, e spesso l’incontro con i parenti delle vittime ha creato disagi e scatti d’ira. I parenti dei dispersi sono stati protetti fin dal primissimo momento e riuniti in una sala al secondo piano dell’ospedale, seguiti costantemente da psicologi della protezione civile, tra i quali alcuni specialisti così preziosi anche per i sopravvissuti ai terremoti del centro Italia dopo le scosse dello scorso agosto e di ottobre.

«Siamo arrivati anche a 250 persone accolte in ospedale – ha spiegato il direttore sanitario Rossano Di Luzio – tra amici e parenti delle vittime. Abbiamo infatti dovuto chiedere alle famiglie di ridurre gli accessi. Per il momento stanno qui, anche se molti la sera tornano a casa – ha spiegato ancora il direttore Di Luzio –. Del resto se ci fossero feriti in arrivo, o nel peggiore dei casi, dei morti, le persone care vogliono essere le prime a saperlo. Si riuniscono quindi qui, seguite dagli psicologi, e noi ci sentiamo di offrire questo servizio in un momento così tragico».

Da tutto questo caos sono i bambini ad essere più a rischio. E sono proprio loro i più protetti. Al terzo piano dell’ospedale di Pescara ieri, al reparto di Pediatria, davanti alla porta un foglio recitava: «Vista la particolare situazione contingente, vi chiediamo di aiutarci a proteggere la privacy dei piccoli pazienti e degenti presso il nostro Reparto». E dietro quella porta a vetri, Samuel ed Edoardo continuano a giocare e a tenersi compagnia, come quando erano ancora all’hotel Rigopiano e la loro era una vacanza in famiglia come tante.

I due bambini giocano insieme e in questi giorni di dolore e dramma si sono sostenuti a vicenda, fino a ieri, quando la realtà è calata come una mannaia su due vite così giovani. Ieri a Edoardo è stato detto che i suoi genitori non ce l’hanno fatta. Nel frattempo Samuel aspetta di vedere tornare mamma e papà, ma certo la situazione si è fatta ancora più delicata, se possibile. La speranza resta comunque nel cuore del piccolo, così nelle braccia dei soccorritori, convinti ancora di riuscire a tirare fuori altre persone da quell’inferno di ghiaccio e neve.

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