Ascolano trattenuto in Libia da un anno

Franco Giorgi è sospettato di traffico di armi. Il fratello: "Temo per la sua incolumità"

NEL CAOS Dopo la rivoluzione che ha portato alla destituzione di Gheddafi, la Libia è in una situazione instabile

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Ascoli Piceno, 11 marzo 2016 - Dal marzo 2015 è trattenuto in Libia perché sospettato di traffico di armi. Dopo i tragici fatti delle ultime settiman, che hanno visto morire due connazionali, torna d'attualità la vicenda di Franco Giorgi, 72enne mediatore ascolano.

Sul caso gli investigatori e gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. E' stato aperto un fascicolo di indagine alla Procura di Ascoli Piceno, che ha delegato gli accertamenti ai carabinieri del Ros. L'inchiesta non è ancora approdata alla Procura distrettuale antimafia di Ancona, competente per i reati di terrorismo. 

"Sono in trepidante attesa circa la sorte di Franco, considerate anche le recenti vicende di cronaca. Non conosco le motivazioni che lo hanno condotto in Libia nel marzo del 2015, sono però circa sei mesi che non ho più sue notizie e temo per la sua incolumità. Spero che le autorità italiane si attivino affinché mio fratello possa fare rientro al più presto in patria". Lo ha detto Ezio Giorgi, fratello di Franco, l'ascolano trattenuto in Libia per un presunto traffico di armi, in una dichiarazione rilasciata tramite il suo legale, l'avvocato Mario Ciafrè.