Casa Gioiosa, la diocesi: "Non chiederemo soldi per i terremotati"

Dalle accuse alla pace: "Rinunciamo al nostro diritto di rimborso"

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Montemonaco (Ascoli), 11 febbraio 2017 -  Dopo una settimana trascorsa tra accuse e polemiche, sembra destinata a concludersi in maniera positiva la vicenda relativa all’utilizzo di Casa Gioiosa da parte del Comune di Montemonaco per offrire una sistemazione provvisoria agli sfollati, ai volontari della protezione civile e ai vigili del fuoco in occasione dell’emergenza dovuta al terremoto. La curia, infatti, che attraverso un ente gestore è proprietaria dell’immobile, aveva chiesto all’amministrazione il pagamento di dieci euro a persona per ogni giornata trascorsa a Casa Gioiosa, sia per quanto riguarda i terremotati che per il personale di servizio.

Tale decisione, ovviamente, aveva suscitato malumori in paese, con il sindaco Onorato Corbelli che si era comprensibilmente lamentato per il trattamento ricevuto. Ieri sera, però, quasi inaspettatamente, il vescovo della diocesi di San Benedetto, Ripatransone e Montalto ha definitivamente stoppato le polemiche, anche se la vicenda lascerà comunque parecchi strascichi. «In considerazione delle polemiche a mezzo stampa, suscitate da ripetute dichiarazioni prive di fondamento – ha spiegato il vescovo attraverso una nota ufficiale - la curia ha chiesto, come gesto di buona volontà, all’ente gestore di Casa Gioiosa di rinunciare al suo diritto al rimborso, stabilito dal ‘Protocollo di collaborazione tra Regione Marche e Anci Marche’ che riguarda le strutture recettive ospitanti persone colpite dal sisma firmato il 3 dicembre scorso. Tale importo, comunque, non è a carico del Comune di Montemonaco né dei cittadini che nella struttura hanno trovato pronta accoglienza, ma della sola protezione civile. Casa Gioiosa si limiterà a chiedere il puro indennizzo delle utenze documentate da fatture, comunque sempre a carico della protezione civile, e la rimessa in ordine al momento del rilascio della struttura. La curia – conclude monsignor Bresciani - ribadisce la volontà della diocesi di continuare ad assistere moralmente, religiosamente ed economicamente le persone colpite dal sisma, come peraltro ha sempre fatto». Il sindaco Onorato Corbelli, due giorni fa, aveva chiesto alla diocesi di mettersi una mano sulla coscienza e, a quanto pare, il vescovo Bresciani ha seguito il suo consiglio, anche se la questione continuerà lo stesso a fare discutere.