Mentono al controllore sul bus: partono testimoni, ‘tornano’ imputati

Il pm aveva chiesto 8 mesi di reclusione per false generalità, ma il giudice ha assolto i due ragazzi ascolani chiamati in caserma perché erano sul pianoro di Colle San Marco il giorno della morte di Melania Rea

Un autobus (Foto di repertorio Calavita)

Un autobus (Foto di repertorio Calavita)

Ascoli Piceno, 30 settembre 2014 - Vennero chiamati a testimoniare nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Melania Rea e, andando con l’autobus in caserma, furono sorpresi dal controllare senza il biglietto. Non solo: nella circostanza fornirono false generalità. Per questo, da testi diventarono imputati. E il pm chiese una condanna a 8 mesi di carcere. Ma il giudice oggi li ha assolti perché il fatto non costituisce reato.

I due ragazzi ascolani erano presenti sul pianoro di Colle San Marco il 18 aprile 2011, giorno della scomparsa di Melania Rea. La donna fu trovata morta qualche giorno dopo nel bosco delle Casermette, nel Teramano. Per l’omicidio, il marito Salvatore Parolisi è stato condannato a 30 anni di carcere.