La bici elettrica ci segue in valigia e il motorino farà il pieno col sole

Le idee di Wayel. L’azienda bolognese aprirà in tutta Italia. Con 50 centesimo si fanno 100 chilometri

Bici elettrica e piegabile

Bici elettrica e piegabile

Bologna, 18 settembre 2014 - Una vetrina sormontata da bici stilizzate. Uguali in tutto e per tutto a quelle conosciute, se non fosse per tre particolari invisibili a occhio nudo. Il primo è che sono elettriche, e che (è il caso del ciclomotore Solingo) la loro batteria si ricarica in parte mentre ci muoviamo, grazie a un pannello solare sul portapacchi. Il secondo è che sono progettate e costruite a Bologna, in una fabbrica autosufficiente e di nuova generazione che da un punto di vista energetico ha impatto zero. Il terzo, e più importante: rappresentano uno dei primi casi di back-shoring. La produzione di Wayel, ovvero, era in Cina, ed tornata in Italia. La catena di negozi in questione prende il nome dall’azienda: Wayel electric bike store. È un monomarca già presente a Bologna, Milano e Firenze e – in franchising – anche nell’hinterland milanese e a Parma. «L’obiettivo – dice Fabio Giatti, che li gestisce – sarà di averne uno in ogni capoluogo di provincia». Sorretti da una tendenza di fondo: la mobilità elettrica cresce sempre di più.

Giatti, sia chiaro: una volta la bici elettrica era appannaggio degli anziani.

«Nulla di più falso, oggi. Ciclomotori elettrici e biciclette a pedalata assistita, oggi sono diffuse in tutti i target. Il motivo è anche legato alle nuove tendenze sulla gestione della mobilità nei centri storici italiani, oggi sempre più dominati da zone pedonali e a trenta all’ora».

Un prodotto trendy?

«Sì, soprattutto nel caso delle bici elettriche pieghevoli, E-bits, che stanno in un normale trolley. Sono il prodotto del momento».

E i ciclomotori elettrici, invece, chi li compra?

«Non ci sono target generazionali. Si tratta, piuttosto, della risposta a un bisogno di mobilità sostenibile declinata ai due stili di vita più diffusi in Italia: la cultura della moto e quella della bici».

Solingo, il motorino che si ricarica a pannelli solari, è la vostra novità. Quanti ne produrrete?

«I nostri store ne lanceranno un primo lotto di cento a partire da ottobre. Ne arriveranno altri, in produzione limitata, perlomeno fino al 2015, quando sarà pronto il nuovo stabilimento di Bologna. A regime, contiamo di produrre 35 mila pezzi l’anno, tra Solingo e gli altri nostri prodotti».

La ricarica solare parziale, però, ha tutta l’aria di essere un vezzo.

«E invece risponde a un problema specifico: la paura di rimanere a piedi e non poter ricaricare. Il motivo per cui molte persone alla tentazione di passare a un mezzo elettrico. Con Solingo abbiamo lanciato una certezza: ti riporterà comunque a casa».

E nei nuovi negozi, come sta andando?

«La curiosità è già tanta. Soprattutto su Solingo e sui nuovi modelli. Siamo soddisfatti».

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