Giovani e droga, la lezione di una mamma

La lettera. Risponde Beppe Boni, vicedirettore de il Resto del Carlino

Bologna, 19 febbraio 2017 - Dal dramma di Lavagna, (un 16enne si è ucciso dopo che la Finanza gli ha trovato in casa 10 grammi di hashish) dove la mamma ha cercato di salvare il figlio dalla droga chiamando le forze dell’ordine, giunge una lezione: solo con il rispetto delle regole e dei valori, si può salvare la gioventù (e noi stessi), dal degrado di una umanità portata all’autodistruzione.  Renzo Rossi, Conselice (Ravenna)

Risponde Beppe Boni, vicedirettore de il Resto del Carlino

La mamma coraggio di Lavagna è un esempio per tutti. Certo, non poteva immaginare che dal suo gesto sarebbe scaturita una tragedia. Chiamò lei i finanzieri sapendo che il figlio usava droghe cosiddette leggere e considerate innocue. Aveva capito che si comincia con il fumo e si finisce con l’eroina. E ha chiesto aiuto. La donna aveva provato a distogliere il figlio dagli spinelli in tutti i modi ma senza risultato. Eppure non si è nascosta dietro il silenzio. Si è ribellata con la denuncia quando non ce l’ha più fatta. Ha scelto una strada che può essere discutibile ma si è mossa, come dovrebbero fare tutti coloro che sospettano qualcosa sul comportamento dei figli. Come documentiamo in altre pagine tanti papà e mamme si rivolgono a laboratori specializzati per analizzare i capelli dei figli e capire se usano stupefacenti. Anche loro non nascondono il capo sotto la sabbia.

beppe.boni@ilcarlino.net

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