FRANCESCO PANDOLFI
Cronaca

Bologna, caso Carabellò, perizia calligrafica per Simona Volpe

La Procura vuole capire se fu la donna a falsificare il testamento, rischia una nuova accusa. Lei: "Mi sento perseguitata"

Elisabetta Filippini e Biagio Carabellò

Elisabetta Filippini e Biagio Carabellò

Bologna, 19 aprile 2017 - Un saggio grafico. È quello che Simona Volpe è stata chiamata a svolgere di fronte ai carabinieri della caserma di viale Panzacchi e della consulente della procura Rossella Picciolli. La donna, al momento, è l’unica indagata nell’inchiesta della Procura sulla scomparsa di Biagio Carabellò, il 47enne di cui non si hanno più notizie dal 23 novembre 2015, quando sparì nel nulla dalla Bolognina.

La Volpe è indagata per uso di atto falso, distruzione e occultamento di testamento olografo perché il documento che aveva presentato da un notaio per ereditare tutti i beni di Elisabetta Filippini, la compagna di Biagio, morta di cancro il 30 giugno 2010, è stato dichiarato falso dopo due perizia decise dal pm Stefano Orsi.

Proprio per questo, quindi, ora la Volpe è stata chiamata a realizzare un saggio grafico per capire se la sua scrittura possa essere compatibile con quella del testamento falso. La consulente della Procura, quindi, deve analizzare i cosiddetti ‘gesti fugitivi’ - cioè quelli che sfuggono al controllo di chi scrive - riscontrati nel testamento falsificato -, per valutare se siano o meno riconducibili a quelli della Volpe. Se la risposta dovesse essere positiva, a quel punto, la donna potrebbe essere indagata anche per falso.

La Volpe, ieri, entrata in caserma verso le 16, è uscita dopo circa un’ora e mezza e non ha voluto parlare con i cronisti che l’attendevano all’uscita. Le è sfuggita una sola frase: «Mi sento perseguitata da voi», ha detto allontanandosi verso i viali. Nei giorni scorsi, inoltre, i carabinieri hanno convocato in caserma anche un’altra persona, questa volta però per confrontare la sua scrittura con quella della lettera anonima, inviata ai militari dell’Arma nel 2015, con cui si chiedeva di indagare sul testamento presentato dalla Volpe per ereditare tutti i beni della Filippini.

A seguito delle indagini della Procura, coordinate dal pm Orsi e anche dal procuratore capo Giuseppe Amato, quindi, il testamento presentato dalla Volpe è stato dichiarato falso dopo una perizia della grafologa Picciolli e del Ris di Parma e, contestualmente, la donna è stata indagata per uso di atto falso, distruzione e occultamento di testamento olografo. Di recente, poi, l’inchiesta ha portato i carabinieri del Ris di Parma a fare due sopralluoghi alla ricerca di tracce di Biagio. I militari hanno svolto dei rilievi, utilizzando anche il luminol, nell’appartamento di Simona Volpe e in casa dello stesso Biagio Carabellò, in via Raimondi.

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