Bologna, maxi frana si rimette in movimento. Minaccia il Reno a Gaggio Montano / FOTO

L’enorme smottamento potrebbe ostruire il corso del fiume. Sgomberate cinque abitazioni. Sopralluogo del prefetto

I Vigili del fuoco ispezionano il fronte della frana di Marano a Gaggio Montano (Marchi)

I Vigili del fuoco ispezionano il fronte della frana di Marano a Gaggio Montano (Marchi)

Gaggio Montano (Bologna), 3 marzo 2018 – Torna a materializzarsi l’incubo della frana di Marano, nel territorio di Gaggio Montano, che 22 anni fa, oltre al piano viabile della strada statale Porrettana, distrusse due palazzine a ridosso del fiume Reno. A seguito delle avversità atmosferiche delle ultime ore, il fenomeno si è rifatto vivo nella stessa zona, mettendo in movimento circa un milione di metri cubi di terra lungo un pendio di 700 metri, di 150 metri di larghezza, e di cinque metri di profondità.

Ancora una volta il distacco dei materiali è cominciato nella località Vaina per scendere a valle, dove sorgono, nell’ordine, cinque abitazioni, il vecchio tracciato della Statale 64, il letto del Reno, il terrapieno della linea ferroviaria, e infine la galleria artificiale sotto la quale transita il nuovo percorso della Porrettana (FOTO).

Ieri pomeriggio ha compiuto un primo sopralluogo il prefetto Matteo Piantedosi, che conosce bene l’area di Marano, essendo intervenuto nel 1996 assieme al prefetto di allora Enzo Mosino: "Le maggiori preoccupazioni – non si nasconde Piantedosi – riguardano la situazione del fiume, poiché esiste il rischio della occlusione del corso d’acqua. I tecnici di Comune, Regione, Città Metropolitana, Unione dei Comuni e Protezione Civile, stanno monitorando assieme ai carabinieri e alle altre forze dell’ordine l’andamento della situazione minuto per minuto. Nel caso in cui il fenomeno dovesse aggravarsi – aggiunge il prefetto Piantedosi – scatterebbe la necessità di procedere ad ulteriori evacuazioni".

Almeno per il momento, dopo le prime valutazioni, i vertici del Comune di Gaggio Montano, dal sindaco Maria Elisabetta Tanari al vice Maurizio Malavolti, oltre al capo dell’ufficio tecnico geometra Maurizio Sonori, è stato disposto lo sgombero dei cinque fabbricati, uno dei quali occupato dal cinquantaduenne Germano Mondi, mentre gli altri sono seconde case di persone residenti altrove.

"Stiamo vivendo una nuova esperienza piena di angoscia, poiché le condizioni atmosferiche sono molto più preoccupanti di vent’anni fa – ricorda Mondi, che ha trovato ospitalità da un parente –. Ci auguriamo che il tempestivo intervento delle autorità preposte faccia superare questo terribile momento".

Sotto il coordinamento del geometra Sonori si è riunito il Comitato operativo comunale, con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti dalla vicenda. Enel, Hera e Telecom hanno predisposto un piano di emergenza allo scopo di evitare disagi sotto tutti i punti di vista, ma non è escluso che il trascinamento a valle delle condotte possa causare interruzioni nei servizi.

Ieri pomeriggio nell’alta valle del Reno sono andate in tilt le comunicazioni telefoniche: impossibile per ore chiamare e ricevere nei territori di Porretta, Castel di Casio, Camugnano, Lizzano, Gaggio Montano e Granaglione. Il guasto è stato riparato dai tecnici Telecom solo in tarda serata.

Sulla zona, nonostante il rialzo della temperatura, insiste ancora un manto nevoso spesso oltre un metro, che con il suo peso accelera il movimento franoso e alimenta il livello del fiume, che nelle ultime ore si è sollevato. Lo scioglimento della coltre bianca potrebbe ulteriormente lubrificare lo scorrimento del terreno, aumentando i rischi.

Quello che preoccupa i tecnici è anche la vicinanza della frana al centro abitato di Marano, che è appena a valle del fronte.

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