Morta per droga, il dolore di Zuppi: "Sconfitta personale"

Zona universitaria, le parole dell’arcivescovo: "Tutti dobbiamo fare di più per i giovani"

L’arcivescovo Zuppi tra padre Zella, a destra,  e padre Di Maria,  a sinistra

L’arcivescovo Zuppi tra padre Zella, a destra, e padre Di Maria, a sinistra

Bologna, 24 ottobre 2016 - L’arcivescovo Matteo Zuppi chiede a tutti, a partire da sé stesso e dalla Chiesa bolognese che governa, un cambio di passo nel contrastare le dipendenze. La triste occasione è il decesso di una ragazza, avvenuto in zona universitaria, per un mix di eroina, cocaina e farmaci. «Questa morte è per me una sconfitta personale – spiega il presule – potrei giustificarmi dicendo che questa è una sconfitta per tutti, ma non sarebbe sufficiente: la sto vivendo come un dolore personale che riapre il tema non risolto delle dipendenze. Purtroppo ce ne interessiamo soprattutto quando succedono fatti come questi e, invece, ce ne dovremmo occupare tutti i giorni. Non c’è solo la dipendenza dalla droga, nella lista potremmo metterci anche quella dall’alcol o dal gioco, ma tutte arrivano a una conclusione comune: condizionano pesantemente l’esistenza togliendo la libertà all’individuo». Per le tossicodipendenze, le statistiche dicono che vi è stata una netta ripresa nell’utilizzo di quelle che vengono definite le ‘droghe pesanti’.

«È un dato che mi preoccupa molto, anche perché nel dettaglio vi è tra i giovani un incremento nel consumo di eroina. Non vedendo più le siringe nei parchi noi non abbiamo percezione di questo problema e della sua dimensione e pensiamo sia risolto o sia marginale. Esso, invece, esiste e non è contenuto come vorremmo. Oppure pensiamo che sia presente solo in ambito universitario perché spesso attraverso il degrado in quella zona si rende evidente. In realtà, le dipendenze sono un vero pericolo per il mondo giovanile e tutti noi dobbiamo fare più per contrastarlo».

A livello preventivo, una soluzione Zuppi l’ha individuata e indicata ieri, in una domenica dove ha consegnato le chiavi del tabernacolo a 4 parroci in altrettante chiese, celebrando così il loro ingresso ufficiale in parrocchia. San Giovanni Bosco, affidata dal cardinale Giacomo Lercaro ai salesiani, sarà diretta da don Riccardo Respini. «Qui voi avete un bellissimo oratorio – ha detto Zuppi ai salesiani e ai fedeli – e il mio sogno è che sia sempre aperto a tutti i ragazzi, anche a chi non crede o chi crede in una religione diversa. Uno spazio sano dove possano conoscere il pane dell’amore e dell’amicizia: non mi interessa se diventeranno cristiani, l’importante è che abbiano la possibilità di frequente un ambiente dove possano crescere lontani dai falsi valori e dove ognuno sia accolto per le qualità che il Signore gli ha affidato e sia aiutato a coltivarli. Solo così i giovani possono diventare adulti liberi e autentici». A margine Zuppi ha ribadito il dovere della Chiesa di essere a fianco dei genitori nella crescita e nell’educazione dei loro figli.

 

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