Bologna, omicidio del barista a Budrio. Il cerchio si stringe intorno a Igor

L'ex militare russo potrebbe nascondersi nei casolari della Bassa tra Bologna e Ferrara

Igor Vaclavic, 41 anni, uno dei sospettati per l'omicidio del barista Davide Fabbri (Ansa)

Igor Vaclavic, 41 anni, uno dei sospettati per l'omicidio del barista Davide Fabbri (Ansa)

Bologna, 3 aprile 2017 – Continua la caccia, casolare per casolare, al killer di Davide Fabbri, il barista di 52 anni ucciso sabato sera durante un tentativo di rapina a Riccardina di Budrio. Il killer che ha avuto il sangue freddo di sparare al cuore di Fabbri da pochi centimetri di distanza -  secondo gli investigatori – potrebbe essersi nascosto in uno dei tanti casolari abbandonati della Bassa, non soltanto bolognese. Per il momento non ci sono nomi iscritti nel registro degli indagati del fascicolo per omicidio volontario, rapina aggravata e porto abusivo d'armi. C'è però una rosa di sospettati nel mirino dei carabinieri e tra questi compare anche il nome di Igor Vaclavic, russo di 41 anni. Su di lui pende un mandato di arresto europeo per tre rapine commesse nel 2015 in provincia di Ferrara. 

Vaclavic, addestrato con i metodi dell’Armata Rossa, ex soldato di fanteria viene descritto come un violento e pericoloso. Sempre vestito di scuro con passamontagna, nello zaino oltre al bottino, nasconde pugnali e binocolo. Il suo stesso nome, finì nel taccuino di carabinieri e polizia anche per la rapina al vigilante di Consandolo. La guardia giurata è stata convocata in caserma e gli sono stati mostrati i filmati della telecamere di sicurezza del bar Gallo che hanno ripreso buona parte della colluttazione tra il Fabbri e il suo killer che aveva il volto coperto da cappuccio e sciarpa. “Mi sembra lui – ha detto il vigilante  - E la pistola che ha in pugno sembra la mia, la riconosco dal luccichio”. La guardia giurata venne aggredita mentre tornava a casa. Il bandito esplose un colpo di doppietta – così come ha fatto il killer di Fabbri entrando nel bar – poi fu costretto a sdraiarsi per terra: a quel punto venne rapinato della pistola calibro .9 che, particolare non comune, è argentata e quindi 'brilla' anche alla scarsa luce.

La sua testimonianza è ora nel fascicolo delle indagini. Vaclavic non è formalmente accusato del colpo ai danni del vigilante né dell'omicidio del barista. Ma è tra i sospettati sia del primo sia del secondo colpo e a collegare i due eventi c'è la testimonianza della guardia giurata. Inoltre, ha vissuto per anni nascosto nei casolari della Bassa, visto che proprio in uno di questi è stato arrestato nel 2007, quindi conosce molto bene la zona. Fu incarcerato per aver rapinato agricoltori, minacciati con arco e frecce, tra Ferrara e Rovigo. Faretra sulle spalle, coltello legato ad una gamba, una bandana nera in testa. Look e armamentario da pellerossa, come il soprannome ‘Lupo Solitario' che si dice gli sia stato affibbiato in prigione. Ora è accusato dalla Procura di Ferrara di far parte, in altri colpi, della banda che rapì e uccise nel settembre 2015 il pensionato Pier Luigi Tartari, ad Aguscello, fatto di sangue a cui il 41enne non partecipò e per cui sono già state pronunciati due ergastoli.

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Qualche risposta dovrebbe arrivare domani dall'autopsia sul copro del barista e soprattutto dai primi risultati del Ris sulle tracce di sangue trovate all’esterno del bar-tabaccheria di Budrio: una scia di 40 centimetri di liquido ematico che molto probabilmente appartiene proprio al killer, che il barista ha colpito più volte prima venire ucciso. Se il Dna non è quello del povero Davide Fabbri (c'è la remota ipotesi che il sangue sia  gocciolato dal fucile raccolto in terra e quindi sporco del sangue della vittima) potrebbe essere schedato nella banca dati delle forze dell'ordine e potrebbe quindi dare con certezza un nome e un volto al killer della Riccardina. Proprio per questo le ricerche si estendono anche agli ospedali dove il killer del barista potrebbe essere andato per farsi medicare da ferite rimediate sabato sera.

Comunque, a tutti i comandi della regione è stata chiesta una lista di sospettabili che, per caratteristiche e precedenti, possano essere associati al delitto. Segno che la pista dell’ex militare dell’Est non è l’unica.

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