Omicidio di Budrio, il marito resta in carcere

Convalidato l'arresto di Athos Vitali, reo confesso della morte della moglie Anna Lisa Cacciari

Athos Vitali ha confessato di avere ucciso la moglie (foto Schicchi)

Athos Vitali ha confessato di avere ucciso la moglie (foto Schicchi)

Bologna, 23 novembre 2017 - Convalida del fermo e ordinanza di custodia cautelare in carcere. Questo ha deciso il giudice nell'udienza di convalida, tenutasi oggi nel carcere della Dozza di Bologna, nei confronti del 69enne Athos Vitali, che nella serata di martedì ha confessato di aver ucciso a coltellate la moglie Anna Lisa Cacciari, la 65enne trovata morta lunedì mattina nella sua abitazione di Armarolo, frazione di Budrio. Ad emettere il decreto di fermo nei confronti dell'uomo, che ha spiegato agli inquirenti di aver commesso il delitto dopo aver litigato con la moglie per futili motivi, erano stati, nella notte tra martedì e mercoledì, il procuratore capo Giuseppe Amato e i sostituti Enrico Cieri e Stefano Orsi.

L'evolversi dell'indagine sull'omicidio di Budrio, che sempre più si delina come l'ennesimo femminicidio, innesca poi l'affondo del coordinamento dei centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna. Perché Vitali avrebbe spiegato che "le discussioni nella coppia non erano frequenti" e, oltre a questo particolare "alcuni giornali raccontano il femicidio, parlando di 'impeto di rabbia' e 'scatto d'ira'". Ebbene, per i Centri anti-violenza, "nonostante la maggiore attenzione che oggi viene dedicata al fenomeno della violenza sulle donne, capita ancora troppo spesso di leggere queste narrazioni fuorvianti del femicidio, giustificatorie nei confronti degli uomini che agiscono violenza e lontane dal rappresentare le dinamiche reali che vi sono alla base".

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Ma "ancora più gravi sono le affermazioni del sindaco di Budrio, che ha dichiarato: 'Pur essendo una disgrazia, almeno è un delitto circoscritto, non un atto di delinquenza come pareva in un primo tempo". Anche questo non va affatto giù ai Centri anti-violenza: "La violenza maschile sulle donne è un fenomeno che non può essere definito circoscritto, vista la pervasività e l'alto numero di donne uccise ogni anno. E non uccidono l'ira e la rabbia di un fugace momento di perdita del controllo; il femicidio è invece l'apice di una violenza spesso lunga anni e ha alla radice una relazione di potere e abuso degli uomini sulle donne". Il coordinamento dei Centri anti-violenza dell'Emilia-Romagna denuncia anche l'assenza di un Osservatorio nazionale sul femicidio "e di un lavoro politico mirato ad affrontare efficacemente il fenomeno".

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