Omicidio di Castel San Pietro, fermato il killer di Chiarini

L'imprenditore 76enne è stato ucciso il 4 gennaio con 30 coltellate nella sua casa di Palesio. L'uomo fermato è di nazionalità straniera

Desmond Newthing, nigeriano di 25 anni, accusato dell'omicidio

Desmond Newthing, nigeriano di 25 anni, accusato dell'omicidio

Castel San Pietro (Bologna), 14 gennaio 2017 - E' un richiedente asilo, l'uomo fermato dai carabinieri del Comando Provinciale di Bologna con l'accusa di essere l’autore dell’omicidio dell'imprenditore Lanfranco Chiarini, il 76enne ucciso avvenuto il 4 gennaio scorso presso la sua abitazione di Palesio, nel Comune di Castel San Pietro Terme (Bologna). L'uomo si chiama Desmond Newthing, nigeriano di 24 anni: ospitato nell’ultimo periodo nell Centro di accoglienza di Castenaso “Lai Momo”, è sbarcato a Lampedusa nel 2015 e con un permesso di soggiorno per motivi umanitari valido fino a giugno 2017. L'uomo ha chiesto lo status di rifugiato in quanto perseguitato in Nigeria perché gay.

Lanfranco Chiarini è morto dopo essere stato colpito da 25/30 coltellate: a rivelarlo è stata  l'autopsia, i fendenti - alcuni profondi, alcuni superficiali - l'hanno raggiunto alle braccia, alla spalla e alla base del collo e sarebbero stati questi colpi a provocarne la morte per dissanguamento. L'arma, probabilmente un coltello da cucina preso in casa dall'assassino, non è stata ritrovata. 

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Le indagini sono partite dalle telecamere di videosorveglianza: intono alle 20  - ora confermata dall'autopsia come compatibile con la morte di Chiarini - del 3 gennaio, l'uomo è stato filmato mentre si allontana dalla villa sull'auto rubata alla vittima. Poi  si vede il nigeriano abbandonare la Skoda Octavia vicino alla via Emilia e proseguire a piedi. L'analisi dei tabulati telefonici dell'imprenditore, ha permesso di restringere la rosa dei sospettati a sette persone. Un numero in particolare è finito nel mirino: è intestato a un cittadino liberiano irrintracciabile. Ma attraverso ulteriori indagini sulle persone in contatto con quell’utenza consentivano di identificare Newthing come sospettato. Il giovane, però, dal giorno successivo all’omicidio era irreperibile. Intanto, i rilievi effettuati dal Ris dei carabinieri hanno individuato tracce di sangue sull'auto e impronte digitali nella villa dell'omicidio. La caccia al nigeriano, celibe e nullafacente, si è dunque estesa a tutta Italia e alla fine è stata trovata traccia del suo passaggio ieri pomeriggio in stazione: era appena arrivato da Rimini dove si era nascosto con la scusa di essere alla ricerca di un lavoro. 

A suo carico ci sono numerose prove: la quantità di contatti telefonici con Chiarini anche il giorno  dell’omicidio, la sua presenza a Castel San Pietro Terme subito prima e subito dopo l'ora del delitto, l’irraggiungibilità della sua utenza telefonica proprio tra le 19 e 20 del 3 gennaio (nella villa di Chiarini non c'è campo), la valutazione antropometrica sull’uomo visto allontanarsi dall’auto del Chiarini, la presenza di tagli sulle dita della mano destra del nigeriano (i responsabili del centro di accoglienza di Castenaso ricordano di averlo visto il 4 gennaio con cerotti sulla mano). Il nigeriano, portato in caserma e interrogato dal pm Antonella Scandellari, non ha fornito spiegazioni addotto alibi che  lo potessero scagionare. Sono ancora in corso accertamenti per ricostruire il movente dell'omicidio.

Sin dalle prime ore delle indagini la principale pista investigativa è stata quella di un incontro a sfondo sessuale finito male, degenerato in lite e poi nell'omicidio. Dalla casa era stata rubata l'auto della vittima, la Skoda Octavia grigia ritrovata nei giorni seguenti, il cellulare e una borsa con mille euro.

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