Bologna, omicidio al Savena. Parla il padre dell'assassino

Mauro Di Martino ha ucciso a coltellate la madre Patrizia Gallo: "L'avevo avvertita di stare in guardia da nostro figlio"

Ferdinando Di Martino, ex marito di Patrizia Gallo

Ferdinando Di Martino, ex marito di Patrizia Gallo

Bologna, 18 ottobre 2016 - "Sono stati gli altri due miei figli a chiamarmi stamattina (ieri; ndr), dicendomi ‘guarda che Mauro ha ammazzato la mamma’. Non ci potevo credere, non pensavo si sarebbe arrivati a questo punto". Ferdinando Di Martino ha ancora la voce tremante quando racconta di come ha saputo della morte dell’ex moglie Patrizia Gallo, uccisa a coltellate l’altra sera in via Caduti e dispersi in guerra, al quartiere Savena, da Mauro Di Martino, figlio trentaseienne della coppia.

"Ho visto Mauro l’ultima volta cinque o sei giorni fa, mi aveva chiesto aiuto. Voleva 10 euro – racconta Ferdinando –. Così l’ho fatto venire a lavorare con me, come già accaduto in passato. Sul lavoro era tranquillo, ma aveva dei problemi di droga. Patrizia lo aveva trovato che si bucava in cantina".

Un problema, quello con la droga, noto ai genitori di Mauro, tanto che lo stesso ex marito di Patrizia l’aveva avvisata di fare attenzione al figlio. "La madre lo voleva mandare in comunità, ma i servizi sociali dicevano che stava bene e non lo volevano – spiega Ferdinando –. Lui, però, era pericoloso già da un po’ e a Patrizia avevo detto di fare attenzione".

Quello tra madre e figlio, infatti, era un rapporto difficile: Mauro, senza lavoro, sembra chiedesse soldi in continuazione alla madre, anche lei disoccupata. "Patrizia aveva dei problemi con l’affitto e tiravano avanti a fatica. I servizi sociali le pagavano la quota che dovevano dare all’Acer, ma il problema era che lei non riusciva a vivere, perché quei pochi soldi che aveva li dava al figlio. Io, nonostante fossimo divorziati, l’aiutavo con 100-150 euro al mese, ma a lui (Mauro; ndr) non potevo dare soldi perché li avrebbe spesi in droga – conclude Ferdinando –. Nonostante questo, però, Patrizia gli voleva bene, diceva sempre ‘se muori tu vengo anch’io con te’. Voleva mandarlo in comunità per farlo riprendere, ma non ci è riuscita".

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