Bologna, Pinna lascia il Sant’Orsola e va ad Abu Dhabi

Il professore, mago dei trapianti, è stato chiamato dalla sede araba della Cleveland State University. E a Bologna si apre la caccia al suo successore

Daniele Antonio Pinna

Daniele Antonio Pinna

Bologna, 16 settembre 2017 - Il luminare se ne va e in Policlinico la rivoluzione è servita. Daniele Antonio Pinna, il mago dei trapianti che durante gli anni Zero e Dieci ha cambiato il volto del Sant’Orsola, lascia Bologna e con una decisione-choc – soprattutto per chi sta qua, sul fronte chirurgico ora ‘orfano’ del papà – va negli Emirati Arabi. Non la scintillante Dubai, ma la più concreta e baricentrica Abu Dhabi, terra d’affari e di cultura (lì ha appena aperto la versione mediorientale del Louvre, lì e non a Imola o Maranello, da tempo si trova il Ferrari World). Ad Abu Dhabi è sbarcata infatti con una sede e una clinica la prestigiosa università americana, leader nel settore medico chirurgico, della Cleveland State University. Pinna, che ha ricevuto un’importantissima offerta, ha maturato a lungo la scelta e infine ha concluso, da pochissimo, l’operazione.

Non ci sono dunque motivi di frizione fra le parti all’origine della scelta, quanto un’idea di percorso e di prospettive diverse: Pinna, ad esempio, è sempre stato vicino all’ex direttore e ora assessore alla sanità regionale Sergio Venturi. Il Sant’Orsola-Malpighi ha iniziato la ricerca del sostituto, non è detto che si guarderà soltanto all’interno dei pur qualificati chirurghi dei trapianti. Possibili collaborazioni con il Maggiore dove lavora Elio Jovine. Ovviamente questo ‘vuoto’ andrà a colpire anche l’Università: Pinna era uno dei punti fermi della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Alma Mater.

Romano di nascita, classe 1956, Pinna ha lavorato a Cagliari, Pittsburgh e Miami, fino all’incarico come direttore del Centro trapianti di Fegato e multiviscerale al Policlinico di Modena nell’ottobre 2000. Dal novembre 2003 lavorava al Sant’Orsola: qui ha svolto con successo un clamoroso numero di trapianti, specializzandosi soprattutto su fegato, pancreas e intestino. Da tempo peraltro Pinna è anche legato a una collaborazione con l’ospedale di Imola, sempre sul fronte dell’unità di chirurgia: anche in questo caso si aprirà dunque una nuova stagione. Pinna è anche un volto noto al pubblico, visto che con la sua équipe è stato al centro di una trasmissione televisiva che ha seguito passo passo il lavoro giornaliero. Sette anni fa uno dei tanti trapianti-record: la squadra di Pinna portò a termine “i magnifici sette”, come li definì lui. Nell’ottobre 2010 vennero eseguiti questi trapianti in sequenza: uno di fegato e uno multiviscerale (addirittura sei organi impiantati su un 16enne in fin di vita); due di cuore; tre di rene.

Un risultato cui contribuirono cinque équipes chirurgiche formate da venti infermieri di sala operatoria e venti chirurghi, oltre agli operatori di tutti i servizi, dall’anestesia in giù, coinvolti nella complessa procedura prevista per l’espianto e l’esecuzione dei trapianti. Pinna non fu chiamato nel 2003 solo per la sua bravura nei trapianti, ma per rifondare la scuola della chirurgia bolognese. Risultato che, secondo un attento osservatore del mondo sanitario, “è stato portato a termine. Il fatto che Pinna vada via è un brutto colpo, ma lascia buoni chirurghi”. Contattato dal Carlino, il professore non ha rilasciato commenti.

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