David Bowie, chiusa la mostra. Sassoli de Bianchi: "Ora porterei gli MTV Awards"

"Questa è stata la mostra perfetta. E abbiamo lanciato MAMbo"

David Bowie is al Mambo (foto Schicchi)

David Bowie is al Mambo (foto Schicchi)

Bologna, 14 novembre 2016 -  Lorenzo Sassoli de Bianchi, ‘‘David Bowie Is’ chiude avendo superato brillantemente il break even...

«Che avevamo previsto a 90mila visitatori: siamo a oltre 100mila».

Lei è stato fondamentale per l’arrivo a MAMbo della mostra.

«Io l’archivierei così: un’operazione perfetta che è nata dalla collaborazione. Oggi da soli nel mondo globalizzato non si fa nulla. Victoria & Albert Museum, MAMbo, il promoter Fran Tomasi... un lavoro di squadra. Non ho particolari meriti, se non quello di avere organizzato la squadra».

Operazione perfetta, ha detto.

«È la mostra perfetta per una serie di motivi. Partiamo da uno dei punti forza: è stata calata in una Bologna Città della Musica Unesco. Poi, Bowie è uno dei grandi geni degli ultimi 40 anni: poliedrico, ha influenzato la scena artistica per 40 anni, indiscutibile la qualità. Ancora, il superamento del break even e il potenziamento di MAMbo che grazie a questa mostra oggi conoscono in tutta Italia. Le racconto un aneddoto: ero in taxi a Milano e il tassista, senza sapere ovviamente chi fossi, mi ha detto che sarebbe andato a MAMbo, a Bologna, per vedere la mostra...».

Lei non è più presidente dell’Istituzione Musei, pensa che in futuro vedremo qualcosa di analogo in città?

«Sono molto fiducioso. Penso che i musei siano forti e ben gestiti e contengano alte professionalità sicuramente più forti dei loro presidenti. I musei di Bologna sono in ottime mani. E sono ottimista soprattutto per un’altra ragione...».

Ci aiuti ad essere ottimisti...

«Il fatto è che Bologna è tornata. È tornata a essere un hub geografico, un punto centrale: prima lo era per via di terra adesso lo è per via aerea. I 7 milioni di viaggiatori che passano per Bologna devono essere in qualche maniera catalizzati e si deve partire dai punti di forza della città».

Identifichiamoli.

«In primis bisogna puntare decisamente sulla difesa della nostra eccellenza che è il Teatro Comunale, il declessamento sarebbe una ferita insopportabile per la città, dalla politica dominante all’opposizione tutti dovrebbero lavorare su Roma perché ciò non avvenga. I privati fanno già la loro parte».

Giochiamo: passi il testimone a un suo successore.

«Io candiderei Bologna come sede europea degli MTV Awards, un evento che porta giovani da tutta Europa, perfettamente in linea con quello fatto con Bowie. Cineteca: perché in sinergia con la Fiera non organizzare il primo festival mondiale per youtubers: sappiamo lavorare su immagine e tecnologia e ancora non esiste nel mondo. La Biennale di fotografia industriale al Mast posiziona Bologna come città del lavoro qualificato: bisogna insistere su questo. Capitolo Università: deve fertilizzare di sperimentazione tutto il sistema culturale della città, musei inclusi».

Eventi blockbuster o eventi di nicchia?

«Bisogna sempre coniugare sperimentazione e ricerca con qualcosa di più spettacolare. Due esempi. Pasolini e Bowie fatti nello stesso anno. Genus Bononiae con i graffiti e Hopper. Non vedo una contrapposizione, un dilemma, un conflitto tra blockbuster e mostre sperimentali: devono convivere in una città che è fortemente sperimentale per vocazione ma al tempo stesso hub internazionale attraverso tutisti qualificati che passano di qua. Ovviamente questo può avvenire solo attraverso alleanze: non possiamo pensare anche per ragioni economiche di fare le cose da soli. Ricercare alleanze internazionali è il presupposto, come per Bowie e così come Morandi che va al Puskin».

Qualcuno storce il naso sul prestito delle opere all’estero...

«Ormai il mondo è una cosa unica. Nemmeno Trump riuscirà mai a bloccare la circolazione».

Il sogno nel cassetto.

«Valorizzare ulteriormente Giorgio Morandi con un museo dedicato che io preferirei definire uno scrigno, magari nella Manifattura delle Arti, magari con la partecipazione pubblico-privato. Mi piacerebbe lanciare un concorso internazionale di idee per un progetto non faraonico ma a misura di Morandi, unico e caratteristico, per valorizzare al massimo il nostro punto di forza artistico».

Se fosse rimasto alla guida dei musei...

«Se fossi rimasto avrei valorizzato questo».

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