Woolrich, inizia la nuova storia

"Entro 5 anni ci quoteremo in Borsa", la presidente Calori racconta l’energia dopo la fusione americana

Monica Bellucci indossa l’Artic Parka di Woolrich

Monica Bellucci indossa l’Artic Parka di Woolrich

Bologna, 6 gennaio 2017 - Come ci si sente dopo una fusione tanto importante? Come si affronta la sfida della crescita globale del brand Woolrich dopo il recente annuncio di una nuova holding che ingloba la Woolrich Inc., la più antica azienda americana di abbigliamento outdoor, con Woolrich Europe, società del Gruppo W.P. Lavori in Corso licenziataria dei marchi per l’Europa e l’Asia con la creazione di una nuova società come Woolrich International?

«Bene, ci si sente molto bene – racconta Cristina Calori, presidente di W.P. Lavori in Corso dal suo studio a Bologna dove c’è il cuore dell’azienda – Come prima della fusione che abbiamo siglato proprio a Woolrich, un paesino magico in Pennsylvania che mi è entrato da anni nel cuore. Siamo orgogliosi di questo accordo che scaturisce da oltre 32 anni di collaborazione, reciproca stima e fiducia tra le famigle Woolrich e WP. Certo oggi la responsabilità è ancora più grande, il mercato che andiamo ad affrontare è globale, ci occuperemo di produzione e di distribuzione. Nicholas Brayton, discendente di settima generazione del fondatore John Rich, manterrà il ruolo di Presidente di Woolrich Inc, responsabile del mercato americano, con una quota del 20%. E verrà a Firenze per questo prossimo Pitti Uomo numero 91». Così la Borsa si avvicina sempre di più? «Sì, tra 5 anni ci quoteremo. Dobbiamo lavorare molto alacremente per questo fine, abbiamo tante idee. Le porterò avanti con Andrea Canè Direttore Creativo di Woolrich Europe, nominato ora Global Creative. E con Paolo Corinaldesi che assume l’incarico di Amministratore delegato. Oggi penso spesso ai miei inizi in azienda accanto a mio padre, Giuseppe Calori, che ha avuto grandi intuizioni nella ricerca e selezione di marchi da tutto il mondo. Io sono presidente dal 2000». Quali le maggiori novità che porterete a Pitti Uomo? «Usciamo con nuovi modelli per Baracuda. Poi da Woolrich ci sarà una grande novità: lanciamo le scarpe, sneakers, stivaletti e scarponcini da uomo e da donna. Poi c’è la bella storia di Barbour che sta andando bene, il mercato italiano per questo storico marchio inglese è in ascesa. Sempre per Woolrich continua l’excalation e il successo dell’Artic Parka, mentre ci saranno interessanti novità per la maglieria dopo l’accordo con Collina per un prodotto alto di gamma. Rilanciamo anche le camicie di B.D. Baggies, dopo l’accordo con un licenziatario molto bravo come V&V di Bergamo, camiciai professionisti». Si è appena chiuso un 2016 non facile per la moda. Voi come ve la siete cavata? «Non abbiamo avuto dei cali in Italia e questo è già un ottimo indicatore. Anzi il mercato interno ha avuto un piccolo incremento grazie al cambio di acquisto che si sta spostando sempre più sul web. In America è già un disastro questa attenzione all’e-commerce! – dice Cristina Calori – e sarà sempre peggio. L’Europa per gli acquisti nei negozi è ancora un’isola tradizionale ma le generazioni nuove comprano tutto su internet. Anche il nostro e-commerce è stato potenziato specie per Woolrich e Baracuta».  Quali sono i numeri del Gruppo W.P.Lavori in Corso? «Abbiamo 200 dipendenti, e poi ci sono le varie società estere coi loro addetti. In tutto abbiamo fatturato 170 milioni di euro. W.P. è distributore mondiale e licenziatario dei marchi Baracuda, Spiewak e B.D. Baggies. W.P. è anche distributore di Barbour, Blundstone e Palladium. La nostra rete vendita comprende 4 Barbour Store, 2 Baracuta Store, 10 WP Store e 25 Woolrich Store ».

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