Bologna, Saputo e Fenucci parlano dello stadio del futuro

Il presidente: "Più facile lavorare e costruire qui che a Montreal"

Uno scorcio dello stadio Dall’Ara durante Bologna-Juventus (foto Schicchi)

Uno scorcio dello stadio Dall’Ara durante Bologna-Juventus (foto Schicchi)

Bologna, 28 maggio 2017 - “Sullo stadio del futuro posso dire che qui è più facile lavorare per la ristrutturazione rispetto a Montreal. Vedo che c’è voglia di farlo da parte di tutte le componenti”. Ribalta i luoghi comuni Joey Saputo parlando del Dall’Ara che sarà. Una volta tanto in Italia gli ostacoli non sembrano superiori a quelli presenti in Canada: “Non parlo tanto dei tempi-dice il Presidente rossoblù -, ma della volontà di tutti di farlo, quindi non sarà questo a fermarmi”.

Qualcuno che rema contro in realtà c’è e il pensiero corre al piccolo comitato di cittadini che lo accusa di fare speculazione: “Ricavare denaro per poi reinvestirlo a favore della comunità - spiega Saputo - è una cosa che farei ogni giorno”. “È un progetto-gli fa eco l’ad Fenucci impegnato in prima persona- di riqualificazione urbana importante che al Crb-uno degli oggetti di discussione- stiamo portando avanti in joint venture con il gruppo Maccaferri. Il circolo verrà dato al Comune per garantire spazi sportivi, ma per finanziare la cosa e non aggravare i costi di ristrutturazione abbiamo pensato di tenere uno spazio per costruire un supermercato. Il piano oltre alla cittadella dello sport prevede anche quella della moda, quindi i tempi della presentazione del progetto definitivo potrebbero anche allungarsi ma quelli per la realizzazione restano invariati con conclusione dei lavori nel 2021”.

Altro tema di grande interesse è la capienza del nuovo Dall’Ara: “Ne abbiamo parlato proprio ieri-dice Saputo- ed è vero che all’inizio la capienza era sui 25 mila, ma vediamo di avere uno stadio al quale poter aumentare la capienza”. “Il problema che ci siamo posti-aggiunge Fenucci- è che gli stadi nuovi vanno riempiti quasi sempre. Una decisione in questo senso non è ancora stata presa anche perché i 25 mila iniziali erano usciti perché il progetto disegnato in un determinato modo veniva con quella capienza, ma stiamo ragionando per qualcosa in più anche pensando a la gente che attirerà un Bologna più competitivo”. Ultimo nodo ancora da sciogliere la sede in cui giocare durante i lavori: “Dobbiamo capire se rimanere a Bologna in strutture che stiamo valutando, anche se tenderei a escludere l’antistadio o se andare a giocare fuori per il minor tempo possibile, anche meno di una stagione, in città vicine come Modena o Ferrara”.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro