Pensionati in piazza, monta la rabbia : “Il Governo attui la sentenza senza trucchi”

Presidio in Prefettura della Cgil-Cisl-UilL’appuntamento è per giovedì dalle 10,30 alle 12 in piazza Roosevelt

Pensionati in sede Inps (ANSA / CIRO FUSCO)

Pensionati in sede Inps (ANSA / CIRO FUSCO)

Bologna, 12 maggio 2015 - “Il Governo deve dare attuazione alla sentenza senza trucchi e aprire subito il confronto con i sindacati per definire misure che riparino i guasti prodotti dalla riforma Fornero a danno dei giovani, delle donne, dei lavoratori”. Con questa richiesta i pensionati chiamati a raccolta da Cgil-Cisl-Uil si ritroveranno giovedì, dalle 10.30 alle 12, in piazza Roosevelt per un presidio davanti alla Prefettura. Ci saranno i segretari dei sindacati dei pensionati Bruno Pizzica (Spi-Cgil), Loris Cavalletti (Fnp-Cisl)e Rosanna Benazzi (Uilp-Uil) che forniranno anche dati aggiornati su pensionati e pensioni in Emilia-Romagna.

“La Corte Costituzionale ha stabilito che il blocco della perequazione delle pensioni oltre tre volte il minimo Inps (1.450 euro lordi mensili) è incostituzionale. La sentenza afferma che la pensione è salario differito e ne va assicurato il mantenimento del potere d’acquisto ‘in particolare per quelle più basse’...” e dunque, dicono Spi-Fnp-Uilp in una nota, “i pensionati hanno subito una discriminazione grave, che contrasta con l’articolo 3 della Carta: esattamente quello che sostennero, anche con la mobilitazione, Spi, Fnp e Uilp quando il duo Monti-Fornero impose il blocco oggi abolito”. Ora pero’ il ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, “annuncia che i rimborsi saranno distribuiti in base al reddito e non in base al diritto. È questo il rispetto della legge e della Costituzione? Siano subito ristabiliti il diritto e la legalità”, protesta Benazzi.

E insiste: “Prima si ripristini il diritto e poi si apra il confronto con le parti sociali per stabilire priorità, compatibilità ed equità nei rimborsi. I pensionati vogliono diritti e giustizia, non elemosina. Non si pensi di reperire le risorse colpendo comunque i pensionati”, conclude. La sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco integrale per il 2012 e 2013 della perequazione automatica dei trattamenti pensionistici, “ancorché gradita a tanti per il diretto beneficio al proprio reddito, è ancor più importante perché dà vigenza a principi sanciti dalla Costituzione, anzi realizza esemplarmente la funzione di Costituzioni come la nostra, di vincolare le maggioranze e i Governi che via via si alternano al potere al rispetto di principi supremi non derogabili quali quelli costituzionali”, dice invece l’Istituto De Gasperi.

Il vaglio della legislazione ordinaria affidato alla Corte costituzionale, prosegue l’Istituto di studi politici, “concretizza il valore giuridicamente rilevante dei principi programmatici della Costituzione, quei principi che tanta opinione accreditata si ostina (purtroppo) ancora e sempre a considerare generici e privi di conseguenze. Insomma, la sentenza realizza una cosa utile ma anche conforme a Costituzione, a criteri generali di bene”, aggiunge il De Gasperi. “Cosa faranno ora il Governo e il Parlamento? Noi ci aspetteremmo che innanzitutto restituiscano in qualche modo il maltolto’, il mancato adeguamento 2012 e 2013 (non pero’ azzerando la copertura dell’automatismo perequativo per importi, anche elevati, del trattamento di quiescenza, che la Corte ha già censurato). Ma ci aspetteremmo, considerato il peculiare meccanismo della perequazione, anche il ricalcolo degli importi nominali di pensione intaccati dal mancato adeguamento: capitalizzazione dell’adeguamento 2012 sull’importo 2011, del 2013 sul 2012. Senza infatti la misura censurata dalla Corte manterrebbe una pesante negativita’ per tutti gli anni a venire”.

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