Protesi dell’anca a bimba di 17 mesi: al Rizzoli il primo caso nella storia dell’ortopedia

La bambina, oggi di due anni e mezzo, aveva una forma rara di tumore alle ossa: ha imparato ha camminare con la protesi

Medici in sala operatoria

Medici in sala operatoria

Bologna, 13 novembre 2014 - Zoe oggi ha due anni e mezzo e cammina come tutti i bambini della sua età. Ma ha imparato a farlo con una protesi all’anca, che le è stata impiantata all’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna all’età di diciassette mesi: è il primo caso nella storia dell’ortopedia internazionale di intervento di questo tipo su un paziente non ancora in grado di camminare. Spiega l’ortopedico che ha seguito la bambina, il dottor Marco Manfrini che coordina il Centro di riferimento specialistico terapie chirurgiche innovative nei sarcomi muscolo-scheletrici dell’età evolutiva della Clinica ortopedica III a indirizzo Oncologico diretta dal professor Davide Maria Donati: ‘Zoe aveva una forma rara di tumore alle ossa, sviluppatasi nel femore.

Con l’intervento dovevamo prima eliminare la parte di femore attaccata dal tumore e poi sostituirla. Ma dovevamo capire come, visto che nella letteratura scientifica non ci sono ad oggi casi di impianto di protesi d’anca in pazienti così piccoli, non ancora in grado di camminare’. È partito un lavoro di squadra che ha visto in prima linea, insieme al dottor Manfrini, altri ricercatori dell’Istituto bolognese. Il Laboratorio di Tecnologia Medica diretto dal dottor Aldo Toni ha condotto lo studio di fattibilità sull’impianto ricostruttivo, coordinato dall’ingegner Fulvia Taddei, in collaborazione con la Banca delle Cellule e del Tessuto Muscolo Scheletrico diretta dal dottor Pier Maria Fornasari.

‘Al fine di individuare la migliore soluzione per Zoe, - racconta il dottor Manfrini - abbiamo progettato, sulla base dell’anatomia della paziente, un modello virtuale della sua anca, prevedendo l’inserimento di un innesto osseo, cioè tessuto osseo proveniente da donatore che consente di asportare solo la parte malata, e di una piccola protesi. Grazie a questo studio preliminare abbiamo constatato fin da subito che la protesi era troppo lunga per una bimba di diciassette mesi e che sarebbe stato necessario tagliarla: l’abbiamo fatto in sala operatoria, e sempre in sala è stato preparato l’innesto osseo, che doveva essere ’modellato’ secondo il progetto di laboratorio’.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro