"River of Fundament", 6 ore nell’antico Egitto con Mattew Barney

Il 29 gennaio l'opera-film ‘River of Fundament’, per la serata inaugurale di Artefiera 2016

Un frame da 'River of fundament', opera-film di Matthew Barney

Un frame da 'River of fundament', opera-film di Matthew Barney

Bologna, 17 dicembre 2015 - Preparatevi a 6 ore di sensazioni estreme. A sfinirvi di immagini, di suoni, di voci, di rumori metropolitani. A resistere alle visioni di morte per non perdere il viaggio finale verso la reincarnazione. Il tutto in River of Fundament, l’opera-film di Matthew Barney con le musiche di Jonathan Bepler, considerato uno dei massimi capolavori della sperimentazione artistica contemporanea.

Ecco l’appuntamento speciale di Arte Fiera 2016 per i festeggiamenti legati al suo 40° compleanno. Al teatro Comunale, alle 17,30 del 29 gennaio (giornata inaugurale della manifestazione che si concluderà il 1° febbraio) il lavoro del 49enne californiano, già notissimo tra i critici per il suo ciclo Cremaster (5 lungometraggi sul tema della sessualità e del genere) verrà presentato in prima nazionale assoluta, dopo avere trionfato in mezzo mondo, da New York a Londra e alla Germania.

Matthew Barney

A ispirare l’autore è stato un discusso romanzo di Norman Mailer, Antiche sere, uscito in Italia nel 1983 da Bompiani e stroncato dal New York Times come «un vero disastro».

Ma sette anni d’impegno di Barney e Bepler, dal 2006 in poi, nell’ambito e con il sostegno del Manchester International Festival hanno prodotto un risultato che Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell’Istituzione Musei, avendolo già visto all’estero, sia pur parzialmente, lo definiva ieri «ardito, iperbolico, indiscreto, barocco, fantasioso, ingombrante, eccessivo».

Questo viaggio nell’Egitto di 33 secoli fa, fu immaginato dalla visionarietà di Mailer come un nuovo Libro dei Morti, quello in cui gli antichi egizi descrivevano le pratiche violente legate all’incarnazione degli dei.

Ma qui, a dominare nelle 7 tappe dello spettacolo, è l’angoscia delle metropoli, Los Angeles, Detroit, con le fonderie e le auto che precipitano nel vuoto, e New York. Un’opera totale. «Un’avventura intermediale», affermava il sovrintendente Nicola Sani, «che costituisce un esempio di formidabile innovazione nel campo della performing art».

E a Sani e a Sassoli si è rivolto Duccio Campagnoli, il presidente di Bologna Fiere (che finanzia l’avvenimento), attribuendo alla loro «fantasia creativa» l’ideazione dell’avvenimento.

Sei ore in tre atti, con due intervalli, per fiaccare - sono le intenzioni esplicite di Barney - le energie dello spettatore.

Una specie di gara di resistenza nella quale, tanto per dirne una, bisognerà sobbarcarsi 18 minuti di titoli di testa. Ne varrà la pena? Osare, in questo caso, dovrebbe essere un modo per addentrarsi in un film scolpito, girato in digitale con un’avveniristica telecamera 5k, ancora una rarità nella comune pratica cinematografica, in grado di offrire prestazioni di grande efficacia, non staccandosi mai da ciò che vuole riprendere.

INFO Dal 7 gennaio 2016 biglietti in vendita ad Arte Fiera, che propone un pacchetto di 25 euro inclusivo della visita alla manifestazione fieristica e dello spettacolo del Comunale; al primo contingente di 500 tagliandi se ne potrebbero aggiungere altri 200; ‘River of Fundament’ è vietato ai minori di 18 anni; www.artefiera.bolognafiere.it

Il trailer ufficiale

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