Sicurezza alimentare e mercati americani, ecco come difendere i nostri Dop e Igp

A Giurisprudenza il convegno organizzato da Commissione Europea e l’Università sul TTIP, il trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea in via di definizione

Il convegno sul trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea

Il convegno sul trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea

Bologna, 9 ottobre 2015 - Niente Ogm e carni allevate con ormoni, ma più protezioni per i nostri prodotti Doc e Igp. Nelle aule di Giurisprudenza, al convegno organizzato oggi dalla Commissione Europea in collaborazione con l’Università si è cercato di fare chiarezza su che cos’è il Ttip, trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea, tuttora in via di definizione, e che opportunità e rischi comporta per i paesi dell’Unione.

Ma soprattutto, mentre davanti all’ingresso di via Zamboni 22 manifestavano alcuni attivisti NO Ttip, gli esperti hanno cercato di sfatare alcuni «falsi miti» in materia di sicurezza alimentare.

«Nell’opinione pubblica italiana questo trattato provoca moltissima ansia – ha spiegato Fabrizio Spada in rappresentanza della Commissione Europea- per questo riteniamo molto importante fare informazione: tra le persone girano leggende metropolitane in cui si pensa che attraverso questo trattato per l’Europa vengano indeboliti gli standard di sicurezza alimentare e che arrivino sulle nostre tavole cibi non sani».

Dal prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano, la partita in atto tra i negoziatori è fondamentale per la nostra regione che è il primo produttore di prodotti Dop Igp d’Europa. «L’Emilia-Romagna è la regione che ne ha di più in Europa, 41 – ha spiegato l’assessore Simona Caselli – per un valore di 2 miliardi e mezzo di fatturato, il 15% del fatturato dei prodotti Dop e Igp d’Europa, il 38% rispetto a quelli italiani». Per questo i negoziati in corso sono fondamentali «da un lato dal punto di vista difensivo – ha continuato l’assessore – ma il trattato rappresenta anche una grandissima opportunità in quanto i consumatori americani dimostrano un forte interesse nei confronti di prodotti di qualità, sicuri e tracciabili e nei confronti dell’Italia».

Prendiamo l’esempio del Parmigiano Reggiano. «Il mercato americano è il primo mercato fuori dai confini europei per l’Export di questo prodotto – ha spiegato Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano -, quindi i negoziati diventano elemento fondamentale per modificare le regole, e alzare il livello della tutela».

A livello italiano la ricaduta economica potrebbe tradursi, spiega Simone Crolla, managing director della camera di commercio americana in Italia, in «una significativa crescita occupazionale».

L’accordo, infatti, «è stato disegnato per contribuire alla crescita economica dei paesi coinvolti». La crescita economica globale oggi, spiegato Paola Testori Coggi, presidente comitato prezzi e rimborso dell’Agenzia italiano del farmaco, «avviene per il 90% al di fuori dell’Europa, per questo per l’Europa è importante esportare».

Ma quali sono i punti critici dei negoziati in corso che porteranno il trattato sul tavolo del Parlamento Europeo? «L’Europa in materia di allevamento di animali e Ogm ha politiche severissime – continua Coggi - . Siamo in due sistemi divergenti ma su questi punti i nostri negoziatori hanno messo in chiaro che noi non cambieremo le leggi».

Ma perché allora i due diversi sistemi tutela consumatori destano paure? «Perché finora c’è stata poca trasparenza – ha spiegato spiega Lucia Serena Rossi ordinario di diritto europeo all’università di Bologna (VIDEO) – Le istituzioni devono essere capaci di rassicurare i cittadini sul fatto che questo negoziato sarà concluso solo se sarà equilibrato e se i benefici saranno maggiori dei costi».

 

VIDEO L'intervento in teleconferenza di Paolo De Castro:  1 /  2 / 3

VIDEOINTERVISTE

Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano

Lucia Serena Rossi (Università di Bologna)

Paola Testori Coggi (presidente comitato prezzi e rimborso dell’Agenzia italiano del farmaco)

Simone Crolla (managing director della camera di commercio americana in Italia)

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