"Dateci i 2 milioni che prestammo a Sapro con le vostre garanzie"

La Carisp fa causa a Comuni, Provincia e Camera di commercio

Una pattuglia della Guardia di finanza davanti a una delle aree gestite da Sapro

Una pattuglia della Guardia di finanza davanti a una delle aree gestite da Sapro

Cesena, 24 maggio 2015 - INIZIERÀ mercoledì prossimo, 27 maggio, davanti ai giudici del tribunale di Forlì la causa civile promossa dalla Cassa di Risparmio di Cesena contro gli enti pubblici che nel 2008 garantirono un prestito di due milioni di euro a Sapro, la finanziaria nata per iniziativa degli enti locali e della Camera di commercio col compito di calmierare i prezzi delle aree produttive per favorire gli insediamenti artigianali e industriali.

DUE ANNI FA Sapro è fallita, travolta da una montagna di 110 milioni di euro di debiti soprattutto nei confronti delle banche. Tra queste c’era la Cassa di Risparmio di Cesena che, dopo aver erogato cospicui finanziamenti garantiti da immobili e aree con destinazione produttiva, ricevette la richiesta di un ulteriore prestito di due milioni di euro.

Allora si sentivano già i primo scricchiolii dell’impalcatura messa in piedi da Sapro per acquisire i terreni agricoli e trasformarli in aree a destinazione produttiva completi di opere di urbanizzazione (strade, fogne, impianti idrici, collegamenti elettrici e telefonici) e Carisp chiese una garanzia diretta degli enti locali soci della società pubblica.

In risposta arrivò una ‘lettera di patronage’, una sorta di impegno d’onore che venne giudicato insufficiente come garanzia dal consiglio d’amministrazione di Carisp, e quindi respinta al mittente con richiesta di impegno vincolante (fideiussione o patronage impegnativo). Dopo qualche mese arrivò una lettera di patronage impegnativa firmata dai soci di Sapro: i Comuni di Cesena e Forlì che detenevano le maggiori quote della società, Forlimpopoli, Bertinoro, la Provincia di Forlì-Cesena e la Camera di commercio.

QUANDO il tribunale ha dichiarato il fallimento, la Cassa di Risparmio di Cesena ha cercato di far valere la lettera di patronage, ma gli enti che l’avevano firmata hanno risposto picche, valutando nullo l’impegno d’onore preso nei confronti della banca. Conseguentemente la Carisp ha deciso di far valere i propri diritti ricorrendo alla magistratura.

Sarà questo il primo nodo della vicenda Sapro che arriverà al pettine della magistratura giudicante. Quella che farà maggiore scalpore sarà il processo penale che vedrà sul banco degli imputati l’ex direttore Bruno Lama e 21 ex amministratori e revisori dei conti.

Ma c’è anche la causa civile avviata dal curatore fallimentare di Sapro contro l’ex direttore. ex amministratori ed ex sindaci revisori: chiede 230 milioni di euro di risarcimento.