Coronavirus Bologna oggi, ventilatori polmonari. "Un vero piano di guerra"

A Bologna la Siare Engineering, l'unica azienda italiana che li fabbrica. "Quadruplicare la produzione, ci aiuterà l’Esercito"

Un reparto di terapia intensiva

Un reparto di terapia intensiva

Crespellano (Bologna), 10 marzo 2020 - L’eccellenza del Made in Italy in prima linea nella guerra contro il Coronavirus. La Siare Engineering – azienda gioiello del biomedicale, con sede in Valsamoggia, nel bolognese – è stata incaricata dalla Protezione civile di mettere in produzione, da subito, 500 ventilatori polmonari al mese. Macchine con tecnologia di avanguardia, da destinare ai reparti di terapia intensiva dei tanti ospedali messi a dura prova dall’emergenza Covid-19. "Si tratta di quadruplicare la nostra normale produzione, che è di 125 macchine al mese", afferma Gianluca Preziosa, direttore generale della Siare, azienda di famiglia fondata nel 1974 a Crespellano dal padre Giuseppe, attuale presidente.

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Direttore Preziosa, come sono arrivati a voi? "La Protezione civile aveva bisogno di un’azienda locale con cui costruire un progetto per uno ‘stato di guerra’. E noi siamo l’unico produttore italiano di ventilatori polmonari".

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Di che numeri parliamo? "Cinquecento macchine al mese. Per arrivare fino a luglio con un totale di duemila. Si tratta, in altre parole, di dare vita a una produzione enorme: basta dire che, nel mondo, la richiesta è di circa 35mila ventilatori polmonari all’anno". Come vi state organizzando? "Per prima cosa, abbiamo annullato tutte le commesse estere già pronte. Abbiamo quindi messo a disposizione della Protezione civile 320 macchine in pronta consegna. In 48 ore siamo in grado di farle arrivare nelle strutture che ci verranno indicate". E per far fronte alla maxi commessa, come farete? "Ci vengono messi a disposizione venticinque tecnici dell’Esercito, che lavorano in aziende dello Stato. Dal 15 marzo affiancheranno i quindici specialisti che abbiamo in organico. Sarà un lavoro senza sosta. In queste ore la nostra dirigenza è riunita per cominciare a coordinare i fornitori". Che tipo di macchine vi è stato richiesto? "Macchine da terapia intensiva, da posto letto, per ventilazione invasiva (paziente intubato) o non invasiva (maschera). E anche ventilatori polmonari per subintensiva". Con chi vi siete coordinati, per organizzare il piano? "Con il premier Giuseppe Conte e con il commissario Angelo Borrelli, della Protezione civile. Sono stati colloqui intensi, approfonditi, anche alla luce dei nuovi provvedimenti del governo con cui sono state estese le ‘zone rosse’". Voi, almeno al momento, non siete interessati dai divieti. "Ma lavoriamo con un indotto di 70-80 aziende. Moltissime hanno sede nel nostro territorio, poi ce ne sono anche in Lombardia, Toscana e Marche. Abbiamo chiesto a Borrelli di trovare il modo di non bloccare le forniture delle aziende che si trovano, o si troveranno, nelle ‘zone rosse’". Che storia ha la vostra azienda? "Viene fondata nel 1974 da mio padre Giuseppe. Tecnico di assistenza specializzato in ventilazione polmonare, a 28 anni era già direttore vendite di un’azienda americana". Oggi, quali numeri ha Siare Engineering? "Abbiamo 35 dipendenti e un fatturato di 11 milioni di euro, di cui il 90% sui mercati internazionali". In quali Paesi siete presenti?

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"Siamo produttori primari, con una nostra rete di vendita diretta, in 72 Paesi. In altri sessanta i nostri prodotti sono distribuiti da aziende internazionali, come General Electric e Philips". Ora vi conosceranno meglio anche in Italia. "Dispiace solo che accada in un momento come questo".