Cartoceto, preso il capo della pericolosa banda della Lancia Lybra

Era il leader della gang che assaltò l'ufficio postale a Lucrezia e a Gallo di Petriano

La vetrina dell'ufficio postale di Lucrezia sfondata e l'autocarro usato  come ariete

La vetrina dell'ufficio postale di Lucrezia sfondata e l'autocarro usato come ariete

Cartoceto (Pesaro Urbino), 10 gennaio 2017 - Brillante operazione dei carabinieri di Saltara e del nucleo operativo di Fano, riusciti ad individuare il capo di una pericolosa banda armata autrice nel febbraio del 2014 di una rapina all'ufficio postale di Lucrezia, nel Comune di Cartoceto e due mesi più tardi di un assalto (fallito per il coraggioso intervento di un militare in borghese) alle Poste di Gallo di Petriano.

Era la mattina del primo febbraio 2014 quando tre individui col volto travisato e armati di fucile a pompa, dopo aver sfondato una vetrata laterale utilizzando come ariete un autocarro Iveco Daily, rubato la notte precedente, sono entrati nell'ufficio postale di Lucrezia, pieno di gente, impossessandosi di 20mila euro, per poi darsi alla fuga a bordo di una Lancia Lybra, anch'essa rubata. E sempre una Lancia Lybra (diventata il marchio di fabbrica della banda), neanche a dirlo rubata, è il mezzo con cui i malviventi sono fuggiti dopo il tentativo di rapina andato a vuoto a Gallo di Petriano.

Dopo una prima fase di indagini basate sul modus operandi dei rapinatori, i carabinieri hanno focalizzato le loro attenzioni su un gruppo di soggetti provenienti da Foggia con precedenti specifici e basisti del luogo, concentrandosi poi in particolare su un pluripregiudicato di Cerignola considerato il capo della banda, con una ramificata parentela a Fossombrone. E proprio di Fossombrone era il basista (anch'egli individuato dai militari), intercettato mentre parlava con un congiunto nel tentativo di sapere se avrebbe ricevuto il proprio compenso dopo il colpo di Gallo di Petriano, venendo a conoscenza dall'interlocutore dell'esito infruttuoso dell'operazione.

Particolare importante: sia a Lucrezia che a Gallo di Patriano i carabinieri hanno ritrovato sui luoghi delle rapine due berretti indossati dai malviventi e persi nelle concitate fasi dei blitz. Importante, perché è anche grazie a questi cappellini che il Ris di Roma ha potuto effettuare esami del Dna e dalla comparazione biologica dei reperti è emersa con assoluta certezza la presenza del capo della banda (l'uomo di Cerignola) su entrambi i luoghi dei crimini, fornendo elementi di prova non solo per le rapine commesse, ma anche per il furto dei mezzi utilizzati, nonché per il porto e la detenzione di armi. Il basista di Fossombrone, a sua volta, è stato indagato per il reato di concorso materiale per aver fornito supporto logistico alla banda. La Procura di Pesaro ha formulato i capi di imputazione e trasmesso gli avvisi di garanzia agli indagati, attualmente liberi, per poi valutare la richiesta di rinvio a giudizio.