Fano, derubato lo storico pescivendolo Castlin

Una donna lo ha seguito in casa e gli ha sottratto orologio e catenina

Giannino Castellini detto Castlin

Giannino Castellini detto Castlin

Fano (Pesaro e Urbino) 11 aprile 2017 - Derubato 'Castlin'. Narcotizzato o ipnotizzato? L'unica cosa certa è che nelle ore seguenti allo strappo di orologio e catenina d'oro, lo storico pescivendolo fanese era un po' frastornato. “Non mi doveva succedere – esordisce il racconto Giannino Castellini, 76 anni -. Ho girato il mondo e succede in casa mia? Non mi ci faccia pensare che già mi son sentito male. Stanotte non ho chiuso occhio. Ho tutto ben chiaro fino ad un certo punto... poi non mi ricordo e non mi do pace”.

Sabato pomeriggio quella donna lo attendeva sotto casa, chissà da quanto tempo. “Venivo dalla campagna – racconta Castlin -, erano le 17.30. Ho parcheggiato l'auto nel garage, ho attraversato la strada e aperto la porta. Salgo lo scalino, entro, mi volto per chiudere la porta e mi ritrovo sta donna alle mie spalle. Dentro casa mia”. La descrive minuziosamente. “Ah, ho la sua foto stampata in testa. Una donnina alta un metro e mezzo, coi capelli legati a coda di cavallo, castana. La faccia tonda, cicciottella. Un accento estero, sudamericano. Per me era una zingarella, ma coi pantaloni e un maglione giallo e verde. Col seno molto grosso”.

Giannino è sicuro di averla vista il giorno prima nel bar che frequenta abitualmente. “Capirai. Sto sempre con le maniche tirate su. L'avrà adocchiato lì l'orologio d'oro. Mi dispiace solo per quello, perché era del por babbo... cosa darei per riaverlo”. Ma è sparita pure la catena d'oro che aveva al collo, carica di ciondoli dello stesso metallo prezioso, ognuno acquistato a ricordo di un momento importante della famiglia Castellini. “M'è entrata in casa alle spalle che neppure mi sono accorto – spiega Gianni -. Prima che potessi dirle qualcosa m'ha attaccato a dire: 'Ho bisogno di lavorare.... se trova qualcosa... le lascio il numero”. A quel punto ha preso una scatola di caramelle e ha strappato un pezzo di carta per scrivere. Aveva una penna Bic e mi fa: 'ha mica una matita, vede? Non scrive' e mi dà carta e penna nelle mani. Siccome la faceva lunga e non riuscivo a farla uscire di casa, l'ho presa per le spalle, l'ho girata e l'ho spinta fuori richiudendo la porta”. Ma nello spingere il portone l'occhio gli è caduto sul polso, da cui era sparito l'orologio. “Ho subito riaperto la porta, questione di pochi secondi, ma lei non c'era più. Ho sentito solo il rumore forte di una marmitta. La macchina non sono riuscito a vederla”.

A questo punto Gianni non si era ancora accorto che la ladra, era riuscita a strappargli anche la catenina dal collo. “S'è accorta mia moglie quando sono salito al piano di sopra per raccontarle l'accaduto e m'ha visto tutto slacciato”. Chi lo conosce sa che Castellini ha freddo al collo e gira sempre con un fazzoletto legato alla gola con un doppio nodo. Sabato il foulard gli pendeva slacciato sulla spalla. “Penso che mi abbia spruzzato qualcosa perché non ricordo che mi abbia toccato il collo”. Queste sono le cose che racconterà in commissariato, quando andrà a sporgere denuncia portando un sacchetto cuki gelo con dentro la Bic e il cartoncino della donna. “Chissà se possono prendere le impronte...”.